LA CAMPAGNA
TREVISO Una sfilza di «Non ricordo». La maggior parte degli

Sabato 18 Novembre 2017
LA CAMPAGNA
TREVISO Una sfilza di «Non ricordo». La maggior parte degli insegnanti ha chiuso così la pratica dei vaccini. Seguendo la legge sull'obbligo vaccinale, anche i docenti hanno dovuto presentare alle scuole un'autocertificazione per indicare i vaccini eseguiti. Il termine è scaduto giovedì. Ma molti se la sono cavata sbarrando la casella del Non ricordo, espressamente prevista dal ministero dell'Istruzione. Era prevedibile. Difficile ricordarsi dopo decenni a quali vaccini si è stati sottoposti da bambini. Tanto più che per gli insegnanti non c'è alcuna conseguenza: non devono fare i vaccini eventualmente mancanti o altri accertamenti. Sostanzialmente bastava presentare la carta. Questa sì era indispensabile. Chi non l'ha fatto rischia di incorrere in un illecito disciplinare. Ciò a prescindere dalla sua reale utilità. Così si completa il quadro dell'obbligo vaccinale nelle scuole che nella Marca ha toccato in particolare 10mila under 16 che non erano coperti: circa 1.300 tra nidi e materne (850 nelle scuole parrocchiali) e 8.700 tra elementari, medie e superiori. Il 10 settembre è scaduto il termine per mettersi in regola nei nidi e nelle materne. Le famiglie che non l'hanno fatto si sono viste sospendere il loro figlio dalla frequenza. A fine ottobre è toccato ai ragazzi delle elementari, delle medie e del primo biennio delle superiori. Con la differenza che nessuno può essere lasciato a casa dalla scuola dell'obbligo. Il prossimo appuntamento è per il 10 marzo. Entro questa data, infatti, le famiglie dovranno presentare i certificati veri e propri attestanti l'avvenuta vaccinazione. Per gli inadempienti scatteranno multe tra i 100 e i 500 euro. Prima di staccare sanzioni, però, l'Usl sta provando a vaccinare quante più persone possibili. I colloqui individuali hanno fatto crollare il numero degli irriducibili contro i vaccini.
M.Fav
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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