L'ESPERTO
TREVISO «La probabilità che un ragazzo sano possa contrarre

Giovedì 24 Gennaio 2019
L'ESPERTO
TREVISO «La probabilità che un ragazzo sano possa contrarre una miocardite virale è bassissima, sotto l'uno per cento». Dati residuali, che oggi però non possono essere di conforto. Roberto Rigoli ha da poco terminato l'esame microbiologico. L'esito conferma l'intuizione della mattina. «Ma l'autopsia darà il risultato ultimativo» spiega il medico. C'è un'atmosfera pesante al ca' Foncello: veder morire un ragazzo così fa proprio male. Al di là della scienza. «Purtroppo è difficilissimo accorgersi di una cosa del genere - riprende il direttore del reparto di Microbiologia -; quello che posso dire per certo è che quando il ragazzo si è presentato al pronto soccorso di Montebelluna non vi era in corso la miocardite».
LA COMPLICAZIONE
Insomma si tratta di una complicanza da virus influenzale. «L'esame ha chiarito che era in corso un'influenza A del tipo H3N2, un ceppo comune di cui si ha avuto un picco nelle ultime due settimane. Quella, per intenderci, che provoca dolori articolari uniti alla febbre». La miocardite virale è una malattia insidiosa, che può avere origine dal virus dell'influenza o da altri virus dell'apparato respiratorio.
SITUAZIONE COMPROMESSA
A volte, infatti, questi virus sono in grado di infettare anche il muscolo cardiaco, causando patologie lievi o fulminanti, tanto da essere la prima causa di morte improvvisa negli uomini sotto i 40 anni. «I genitori ci hanno spiegato che il ragazzo ha avuto alcuni arresti cardiaci: purtroppo quando è arrivato al pronto soccorso a Treviso la situazione era già totalmente compromessa». Fatale dunque l' infiammazione del muscolo cardiaco, in particolare dello strato intermedio del cuore, chiamata miocardio causata, questa volta, da un' infezione virale. Nei casi più gravi, invece, il sistema immunitario non riesce a sconfiggere il virus o attacca esso stesso le proteine del cuore durante il tentativo di difesa. Secondo le statistiche, un caso di cardiomiopatia su tre deriva da un'infezione virale. «Qui si è probabilmente sviluppata una forma particolarmente acuta che ha prodotto un'alterazione del battito». Difficilissimo riconoscere la miocardia a prima vista: i sintomi sono quasi sempre riconducibili ad una normale influenza. Resta purtroppo l'incredulità di come un ragazzo sportivo, sano come un pesce, possa aver sviluppato da un'infezione una patologia così devastante. «Casi rarissimi in letteratura - ribadisce Rigoli- purtroppo se la fase acuta con arresto cardiaco insorge in casa, è difficile arrivare in tempo utile». La miocardia è spesso asintomatica: l'unica salvezza è intervenire in tempo con un dispositivo di assistenza ventricolare.
Elena Filini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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