L'EMERGENZA
TREVISO Da un lato, le imprese alla ricerca di competenze adeguate

Domenica 13 Gennaio 2019
L'EMERGENZA
TREVISO Da un lato, le imprese alla ricerca di competenze adeguate alle nuove esigenze produttive. Dall'altro, un mercato del lavoro locale (e non solo) dove questi profili scarseggiano. Il caso Euroedile è solo l'ultima denuncia della fatica a trovare manodopera da parte delle aziende trevigiane. Per molti, un paradosso, visto i tanti lavoratori ancora a spasso dopo la crisi degli anni scorsi. L'azienda di Postioma, specializzata nella realizzazione di ponteggi e strutture sospese (dalla imbragatura del ponte dell'Accademia a Venezia alla passerella che ha ricollegato Portofino isolata da una mareggiata) è ricorsa anche a Facebook per assumere 30 addetti, trovando però appena sette candidati idonei. Salvo poi finire sommersa dai curriculum, una volta resa pubblica la situazione.
UN CORTOCIRCUITO
Dove si innesca il cortocircuito? E come risolverlo? La riflessione sul fenomeno di Antonella Candiotto, vicepresidente di Assindustria Veneto Centro, muove dal contesto in cui si inserisce oggi la ricerca di nuovo personale: «I dati rilevano una crescita dei posti di lavoro nel nostro territorio nel corso del 2018. Il preconsuntivo dell'Osservatorio Economico Sociale di Treviso, presentato a dicembre, ha segnalato che abbiamo recuperato, e superato, i dati pre-crisi. I migliori risultati si evidenziano nei servizi e nelle imprese manifatturiere, in particolare nei comparti metalmeccanico e alimentare e ci sono segnali di controtendenza anche nelle costruzioni, settore particolarmente colpito dalla recessione. La disoccupazione nel Trevigiano è al 5,6%, tra i dati più bassi in Italia. Da tempo, però, gli industriali trevigiani insistono sulla necessità di favorire una connessione migliore tra domanda e offerta di occupazione: «In questi anni continua Candiotto -, sono cambiate le imprese che, nella sfida per rimanere competitive di fronte alla crisi e alla globalizzazione dei mercati, ricercano sempre più figure professionali dalle competenze specifiche e non manodopera generica. Per questo non è semplice trovarle ed è un mismatch che costringe le imprese a non crescere e a rinunciare a commesse e opportunità e naturalmente rende difficile l'inserimento lavorativo di chi non dispone delle competenze richieste».
LA SFIDA
Se le competenze mancano, allora, occorre crearle. In altre parole, si deve cominciare dalla scuola e dalla formazione. «Servono politiche attive per il lavoro, come da tempo chiediamo conferma la rappresentante degli imprenditori -, che devono partire da una seria azione di orientamento e informazione dei giovani anche nel contesto scolastico (non capiamo quindi perché ridurre le ore di alternanza) e poi di formazione e aggiornamento continui». La numero due di Assindustria rilancia, però, anche i timori riguardo ad alcune recenti misure del governo: «Serve un mercato del lavoro aperto, dove ci sia anche la cultura della mobilità territoriale, per poter cogliere tutte le opportunità, anche temporanee, e per questo ci preoccupano gli effetti potenziali di scelte come il reddito di cittadinanza, quota 100 e decreto dignità, di cui vedremo gli effetti già nei prossimi mesi, a fronte di uno scenario economico che, come detto, inizia a presentare il segno meno e che andrà a rallentare anche il mercato del lavoro».
Mattia Zanardo
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