L'ARRESTO
TREVISO Tradito dal piede pesante sull'acceleratore mentre accompagna

Mercoledì 24 Gennaio 2018
L'ARRESTO
TREVISO Tradito dal piede pesante sull'acceleratore mentre accompagna un'amica a comprare della cocaina nonostante sia agli arresti domiciliari. A finire nuovamente nei guai, arrestato per evasione, è G.V., 40enne di Villorba, già finito in manette la scorsa settimana perché trovato in possesso, in stazione dei treni a Treviso, di un grosso quantitativo di ecstasy e marijuana. Quando gli agenti della stradale l'hanno fermato mentre sfrecciava in auto verso casa domenica scorsa, l'uomo, capita l'antifona, ha simulato un malore e ha finto di allertare il 118. In realtà stava chiamando i carabinieri: pensava di evitare l'arresto per evasione spiegando di essere uscito di casa per andare in ospedale. Il problema è che stava viaggiando nella direzione di marcia opposta. Ovviamente il trucchetto non ha funzionato anche perché i poliziotti, confrontatisi in diretta con i colleghi dell'Arma, non solo hanno scoperto che il 40enne era agli arresti, ma lo hanno trovato in possesso di una patente scaduta. E, per di più, la donna che sedeva sul sedile del passeggero aveva con sé un paio di ovuli di cocaina. Il 40enne è stato quindi arrestato per evasione e, su disposizione del magistrato, rimesso ai domiciliari. L'amica invece, una 38enne trevigiana residente in Spagna, M.V., è stata segnalata alla Prefettura come consumatrice di sostanze stupefacente.
IL CONTROLLO
Sono le 8 di domenica quando in viale Felissent una pattuglia della polizia stradale di Treviso, sezione guidata dal dirigente Alessandro De Ruosi, nota sopraggiungere in senso opposto una vettura che procede ad alta velocità verso Villorba. Gli agenti fanno inversione, si mettono alle calcagna del 40enne e lo fanno accostare dopo un centinaio di metri. Sia lui che l'amica appaiono agitati e nervosi. Il primo dato che emerge è quello relativo alla patente del conducente: è scaduta, e i poliziotti iniziano a stilare il relativo verbale. È in quel momento che notano la 38enne che cerca di disfarsi di un involucro che tiene nel giubbotto. Gli agenti le fanno un cenno e lei consegna subito due ovuli di polvere bianca, poi rivelatasi cocaina. A quel punto scatta anche l'allerta dal terminale relativo alla misura degli arresti domiciliari.
IL FINTO MALORE
Una volta capita la situazione, il villorbese, finito nei guai giusto una settimana prima quando la Guardia di Finanza lo arrestò nel sottopasso ferroviario al termine di un controllo concluso con il ritrovamento di 130 pasticche di ecstasy e tre etti di marijuana, ha finto di sentirsi male e ha riferito che, poco prima, aveva pure chiamato il 118, senza farsi notare. La telefonata, come accennato, era stata invece inoltrata al 112: voleva evitare l'arresto spiegando ai carabinieri che si trovava lontano da casa non perché stava accompagnando l'amica a comprare della coca (probabilmente per sé e per lei), ma per recarsi in pronto soccorso. «Sono in viaggio verso l'ospedale» aveva riferito alla centrale operativa dei carabinieri nonostante si trovasse nella direzione di marcia opposta. Crollato il castello di carte, il 40enne è stato quindi arrestato oltre che denunciato per guida con patente scaduta ed eccesso di velocità (240 euro di multa e 5 punti decurtati). Un ulteriore grattacapo per il villorbese, già noto alle forze dell'ordine anche prima del doppio arresto inanellato nell'ultima settimana.
Alberto Beltrame
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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