«L'alcoltest è inattendibile» il giudice assolve l'impiegata

Giovedì 30 Marzo 2017
Troppa umidità nell'aria, temperatura sotto zero e mancanza della manutenzione obbligatoria per legge: il risultato dell'alcoltest non è attendibile. Così un'impiegata 35enne di Treviso salva la patente, la jeep da 50mila euro ed evita una maxi multa. A deciderlo il giudice che ha accolto le tesi dell'avvocato difensore Marco Furlan. E pensare che il destino della donna, prima dell'udienza, sembrava segnato. A metterla con le spalle al muro era stato l'alcoltest. Fermata da una pattuglia della polizia locale in dicembre, era stata trovata con una percentuale di alcol nel sangue da coma etilico. Quasi 8 volte più del limite massimo. «Non è possibile -aveva detto- Non ho bevuto». Una versione ritenuta fuori dalla realtà dagli agenti. Il risultato? Sequestro per confisca della jeep, appena acquistata con i risparmi di una vita. Jeep che avrebbe dovuto andare all'asta. Non solo. Con quella percentuale di alcol nel sangue l'impiegata rischiava la revoca della patente per 3 anni.
La donna, disperata, si è rivolta all'avvocato Furlan che ha avviato contro indagini difensive. Ha così scoperto che l'etilometro dà risultati attendibili solo se correttamente sottoposto a revisione (per legge ogni 12 mesi), ma soprattutto se utilizzato quando la temperatura è sopra lo zero e con una percentuale di umidità nell'aria inferiore al 95 per cento. Ebbene la sera di dicembre in cui la 35enne venne sottoposta ad alcoltest, la temperatura era ben al di sotto dello zero e la percentuale di umidità sfiorava il 100%. Inoltre, da un paio d'anni l'etilometro non veniva sottoposto alla revisione obbligatoria.
Tutti elementi che l'avvocato Furlan ha sottoposto al giudice di pace, allegando anche alcune sentenze che accoglievano tali argomentazioni, con il ricorso contro multa, sequestro della jeep e sospensione della patente. Al giudice, viste le prove, non è rimasto che annullare il decreto penale di condanna e a cascata tutte le altre disposizioni.

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