L'affondo del Pd «Ecco i dieci grandi bluff della Lega»

Giovedì 24 Maggio 2018
L'ATTACCO
TREVISO Un volantino denuncia. «Per spiegare ai trevigiani gli inganni del centrodestra». Così Giovanni Zorzi serra i ranghi del Pd provinciale in favore di Giovanni Manildo. «Non possiamo non denunciare questo bluff, così come non possiamo non denunciare il grande inganno di Lega e destre che nascondono, dietro la facciata di forza di cambiamento, le responsabilità sulle condizioni in cui si trovava la città cinque anni fa: senza un'idea di futuro, senza alcun progetto di cura per i più deboli e fragili, senza l'orgoglio di essere una città dinamica e attrattiva». E così ha stilato un decalogo, abbastanza lontano dalla linea di fair play inaugurata dall'attuale sindaco Manildo, che comprende fake da smascherare. Gli inganni di Conte&co sarebbero essenzialmente quelli di impostare un piano amministativo teleguidato dagli alti ranghi della Lega a livello nazionale e regionale. L'altra questione riguarda l'inserimento di candidati acchiappa voti ma che hanno già altre cariche: «Questi candidati non lascerebbero mai tali incarichi per occuparsi di Treviso, a cominciare dal governatore del Veneto». L'altra mistificazione riguarda la Lista Zaia. Inventata, secondo Zorzi «solo per un conteggio interno tra le correnti e fare un congresso dentro la Lega sulle spalle degli elettori trevigiani».
FALSO CAMBIAMENTO
Il cambiamento sbandierato dal candidato sindaco, inoltre nasconderebbe «i danni delle loro passate amministrazioni, dallo spopolamento del centro fino ai mancati investimenti sulle fognature». Altro punto cardine la sanità, citata sempre come icona di eccellenza. Ma il torto del centrodestra è quello di «non lottare contro le liste d'attesa infinite e la disorganizzazione della sanità regionale per non scomodare il manovratore». Si parla poi di Pedemontana, definita un disastro, del fallimento del progetto della metropolitana di superficie e infine si cita il modello Appiani, responsabile dello svuotamento del centro storico.
E. F.
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