Kuki migliora e rivela «Aggressori ancora liberi»

Giovedì 27 Aprile 2017
TREVISO - (ef) «Un'altra struttura bruciata ieri. L'ondata di aggressioni continua senza sosta. E gli assalitori di Kuki sono ancora a piede libero». È con un post lapidario, messo sulla pagine ufficiale della scrittrice e ambientalista trevigiana che il suo staff smonta le dichiarazioni rilasciate due giorni fa dal capo della polizia di Nairobi secondo cui in una scontro a fuoco avrebbero perso la vita due tra i mandriani dell'etnia Pokot, ritenuti responsabili dell'attentato alla Gallmann. L'intervento fa il paio con il fatto che nessun esponente del governo avesse rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale per condannare l'attentato. Le uniche parole chiare erano arrivate dall'ex premier Raila Odinga. Intanto Kuki Gallmann rimane in terapia intensiva. Il suo quadro clinico migliora lievemente di giorno in giorno, ma il rischio di infezione è reale. A proteggerla e a vigilare sulla sua privacy sono la figlia Sveva Makena e lo staff. L'attentato nel Ranch della Gallmann è il segnale che, nonostante il clamore internazionale suscitato dall'agguato a Kuki, riconosciuta icona ambientalista in Africa, i Pokot si sentano protetti da qualche potere forte. E che questa guerriglia al Nord dovrà essere uno dei temi caldi in vista delle imminenti elezioni. Una voce fuori dal coro è quella di Vittoria Cappelli. «Kuki è una donna straordinaria. Ma non penso abbiano voluta colpirla per il suo lavoro. Capisco la frustrazione dei pastori, che si trasforma in violenza: ma non la giustifico - spiega la produttrice cinematografica, grande conoscitrice del Kenya e sensibile alle condizioni di vita dei mandriani nomadi provati da una drammatica siccità -. Tanta violenza è incomprensibile se non motivata dal rancore e dalla miseria di un popolo».

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