TREVISO (mf) Gli infermieri del Ca' Foncello si sentono tra l'incudine e il martello. Da una parte fanno ore di straordinari senza essere pagati per riuscire a portare a termine il proprio lavoro, e dall'altra si sentono dire che se non sono cortesi con i pazienti e con i loro familiari rischiano addirittura di essere licenziati. Le ultime polemiche sulla Geriatria, così come su altri reparti, hanno lasciato il segno. «Ormai siamo all'esasperazione. L'organico degli infermieri è ridotto all'osso. A Treviso ne mancano almeno 200 denuncia Massimo Pascoletti, segretario provinciale della Nursind come si può lavorare in queste condizioni? Il punto è che nessuno sembra voler affrontare il problema. Si vuole forse attendere che accada qualcosa di veramente grave? Sarebbe meglio darsi una mossa per cambiare le cose prima che sia troppo tardi». Molti infermieri lamentano condizioni di lavoro estreme. Nessuno vuole metterci la faccia: troppo alto il rischio di apparire come quelli che criticano l'operato dei vertici dell'Usl. Ma il malcontento in alcune situazioni è davvero palese. «Siamo in pochi e dobbiamo gestire le esigenze di molti perché tutto funzioni denunciano come i medici, anche noi cerchiamo ogni giorno di dare il massimo per il paziente e i familiari. Se non ci fossimo noi, l'ospedale non esisterebbe». «Veniamo visti come quelli che vanno al bar, quando in realtà non abbiamo nemmeno il tempo di andare in bagno concludono ci etichettano come i furbetti del cartellino, mentre regaliamo ore di lavoro all'azienda sanitaria perché dopo il turno ci fermiamo sempre per ultimare le consegne. Anche noi abbiamo il diritto di essere trattati con rispetto».
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