In quarantena per colpa dei no vax

Domenica 27 Maggio 2018
IL CASO
TREVISO Bimba sana e vaccinata ma con deficit immunitario, costretta a stare a casa da scuola perché due bambini non vaccinati dai genitori hanno contratto una malattia infettiva. Sta facendo discutere la vicenda che vede protagonista una famiglia trevigiana, la cui figlia frequenta un asilo del centro. Una situazione limite, che ha impedito alla piccola di frequentare gli ultimi mesi di scuola, prendere parte alle gite, ai laboratori finali e alla normale conclusione dell'anno scolastico. E tutto perché un altro bambino, e poi la sua sorellina, entrambi non coperti dal vaccino (perchè i genitori sono contrari), si sono ammalati.
DEFICIT IMMUNITARIO
La bambina, trevigiana, ha cinque anni e un deficit immunitario a causa di un problema al fegato. Per questa ragione non può assolutamente venire in contatto con la varicella che potrebbe rivelarsi estremamente pericolosa. Infatti, nonostante sia stata regolarmente vaccinata è - purtroppo - una non responder (questo il termine clinico) e, a causa della propria situazione medica, oggi non è più possibile vaccinarla. La scuola è stata messa subito a conoscenza della particolarità del caso: tutta la documentazione è stata depositata con l'accordo di avvertire tempestivamente i genitori in caso di varicella per poter allontanare la bambina dalle lezioni immediatamente. Il contagio della varicella può avvenire già tre giorni prima della comparsa delle pustole e l'incubazione dura tre settimane: il deficit di cui è affetta la bimba rischia di provocare, nei casi più gravi, la morte.
IL CONTAGIO
Ad inizio maggio la direzione avverte che a scuola c'è un caso di varicella. Si tratta di un bambino non vaccinato dai genitori, che però frequenta regolarmente l'istituto. La bimba deve rimanere forzosamente a casa e perde tre settimane d'asilo. Una decina di giorni dopo, si verifica un secondo caso: la sorellina del bambino ha contratto la varicella perchè, come il fratello, non è stata vaccinata. In questa situazione però, la scuola, per tutelare la ragazzina sana, avrebbe dovuto far sospendere le lezioni ai due fratellini perchè, non essendo vaccinati, era logico che l'uno avrebbe contagiato l'altra. La piccola sana e vaccinata deve rimanere forzosamente a casa per altre tre settimane. Ma a questo punto si mobilita la solidarietà delle famiglie dei compagni d'asilo che chiedono formalmente alla direttrice di poter posticipare alcune attività finali per non far perdere saggi e laboratori di fine anno alla piccola.
LA DIREZIONE
Ma il gesto dei genitori si frange contro il no dell'asilo: impossibile riorganizzare le attività a causa del piano ferie delle insegnanti. Quindi la bimba pur essendo in regola con le vaccinazioni e del tutto sana, ha perso in pratica tutta la parte finale dell'anno, saggi e soddisfazioni incluse, per non rischiare il contagio di due bambini non vaccinati per convinzione dai genitori.
LE PROTESTE
Nell'istituto trevigiano cresce il malcontento a causa delle scelte della direzione. Le famiglie hanno protestato perchè ritengono discriminatorio questo atteggiamento. Bisognerà infine capire se la procedura è stata legale. La scuola ribadisce di aver ottemperato a tutti gli obblighi burocratici. Però, all'atto pratico, la bambina è esclusa senza alcuna colpa dalla frequenza fino al 10 giugno. Costretta ad un quarantena forzata nonostante sia sana e vaccinata, mentre chi ha diffuso il virus - non essendo vaccinato per motivi ideologici frequenta liberamente mettendo, peraltro, a rischio la salute dei non responder, dei vaccinati che possono contrarre la malattia seppure in forma lieve, degli immunodepressi, degli immunosoppressi, delle donne incinte, dei neonati e delle persone più deboli in genere con malattie autoimmunitarie, o in chemioterapia.
Elena Filini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci