Il soffitto si sgretola precipita da 10 metri

Mercoledì 20 Giugno 2018
L'INCIDENTE
RESANA Quando i meccanici dell'Autofficina Antonello hanno aperto il portellone d'ingresso, ieri mattina, hanno subito notato un buco enorme sul soffitto, all'angolo destro dell'edificio. Filtrava una luce accecante che illuminava tutto il capannone. Non sapevano cosa pensare: nella notte non c'erano stati temporali e in passato non erano mai stati registrati cedimenti di sorta. Poi si sono accorti che a terra c'era il corpo di un uomo, seminascosto da un paranco e dal telo di un motorino, accanto al banco degli attrezzi. Si sono avvicinati e ne hanno osservato il volto, ma senza riconoscerlo. Non si erano resi conto che si trattava del manutentore della ditta accanto, e hanno ipotizzato si potesse essere un ladro, precipitato mentre tentava di intrufolarsi dall'alto nel capannone. Nulla di più azzardato. La vittima, morta cadendo da almeno dieci metri d'altezza, non era un predone, ma un della Europe Meat Srl, ditta che si occupa di lavorazione carni fresche e surgelate. Erano le 8.55 di ieri mattina e Umberto Simioni, 45enne di Resana, era morto da circa un paio d'ore. Era salito sul tetto del fabbricato di via Roma per effettuare dei lavori di manutenzione alle celle frigorifere. Poi però era finito sul tetto confinante, quello dell'Autofficina, uscendo dal percorso salva vita. E la lastra di cemento amianto sulla quale aveva posato il piede non aveva retto il suo peso facendolo precipitare fra utensili e macchinari, morendo sul colpo. Il suo corpo è stato ritrovato solo all'arrivo dei meccanici dell'Autofficina. Per il 45enne, sposato e padre di tre figli, non c'era più alcuna speranza.
LA DINAMICA
Simioni lavorava alla Europe Meat da poco più di un anno. Ma non era un novellino. Al contrario. Aveva grande esperienza in campo elettrico ed idraulico avendo lavorato per diverso tempo in proprio. E pure le operazioni che si apprestava a svolgere sul tetto della ditta le aveva eseguite già diverse volte in passato. Erano routine. Immaginando una giornata da trenta gradi e oltre, il 45enne aveva deciso di anticipare il turno di lavoro, di iniziare prima che venisse troppo caldo. E così, verso le 7 del mattino di ieri, è salito sul tetto della Europe Meat servendosi di una scala interna, attrezzato di tutto punto con i suoi arnesi al seguito. Doveva controllare alcune schede elettroniche e delle tubature sul tetto del fabbricato, ormai piuttosto datato ma dotato di corsie salvavita. L'impianto di refrigerazione dell'azienda di carni è servito anche da tubature che si diramano verso la parte di copertura dell'autofficina. E probabilmente è proprio questo dettaglio a rivelarsi determinante. Si perchè il 45enne, forse spostatosi senza rendersene conto seguendo il percorso delle tubature, forse caduto dopo aver perso l'equilibrio, è finito su una lastra del soffitto dell'autofficina, che non è riuscita a reggere il suo peso. La copertura si è rotta e lo ha fatto precipitare nel vuoto. Lo schianto al suolo è stato violentissimo. Se solo vi fosse stato qualcuno al lavoro forse per l'operaio si sarebbe potuto fare qualcosa. Ma era ancora troppo presto, non era arrivato nessuno.
LE INDAGINI
La prima chiamata al 118 arriva alle 8.55. Uno dei meccanici, dopo essersi messi al lavoro, ha notato il corpo del 45enne a terra. Ormai è troppo tardi: i medici non possono che dichiarare il decesso di Simioni. Poi arrivano in azienda i carabinieri della compagnia di Castelfranco Veneto e gli ispettori dello Spisal. C'è anche la moglie dell'operaio, che si sente male e viene ricoverata in pronto soccorso. Qualcosa nei sistemi di sicurezza non ha funzionato. Resta però da capire se il manutentore abbia omesso qualche prescrizione, non assicurandosi ad esempio al soffitto, o se vi fossero mancanze nel sistema di sicurezza dell'azienda. Tutti elementi che dovranno chiarire gli investigatori coordinati dalla Procura di Treviso, che ha subito aperto un fascicolo sul caso senza però iscrivere, per il momento, alcun nome nel registro degli indagati. «Non possiamo esprimerci, non era un nostro operaio, vogliamo anche noi sia fatta presto chiarezza» afferma Giuseppe Antonello, titolare dell'autofficina dov'è precipitato Simionato.
Alberto Beltrame
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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