IL PROGETTO
TREVISO Il 2 febbraio è stato recapitato agli uffici di Ca'

Mercoledì 14 Febbraio 2018
IL PROGETTO
TREVISO Il 2 febbraio è stato recapitato agli uffici di Ca' Sugana il piano di recupero della ex Camuzzi firmato da Alcide Setten, futuro proprietario dell'area. Ora i tecnici stanno lavorando sul materiale, ma l'assessore Marina Tazzer non ha ancora visionato il dossier: «Devo chiudere alcune cose ma in un paio di giorni avrò il tempo per dare una lettura approfondita al piano di recupero». Quello che invece ha letto con interesse è la relazione presentata lunedì a Ca' Sugana dall'Associazione Treviso Sotterranea: «Siamo a conoscenza che nel sottosuolo ci siamo problemi dovuti al percolare di materiale inquinante, come sappiamo che i bastioni non versano in buono stato. Alla consigliera Caldato comunque mi sento di dire che dorma sonni tranquilli, nessuna concessione verrà data senza determinate garanzie». Si prepara infatti ad un'attenta istruttoria l'assessore ai lavori pubblici, perché la trasformazione del sito, ad oggi un buco nero, deve essere successiva alla bonifica e al risanamento. «Centocinquant'anni di officina del gas implicano scarichi industriali he hanno danneggiato il terreno, ne siamo perfettamente consapevoli», ribadisce l'assessore. E Su questo punto la relazione di Treviso Sotterranea è molto chiara. Le strutture sotterranee rinascimentali - si legge nella relazione - sono state utilizzate impropriamente come vasche di stoccaggio di svariati inquinanti. Le pareti perimetrali di queste strutture hanno permesso la percolazione degli inquinanti attraverso la muratura. Risulta fortemente contaminato il terrapieno adiacente alle cavità, il terreno e le zone golenali. Negli anni 90 una bonifica venne fatta ma solo parzialmente, svuotando il contenuto dei cunicoli-vasca senza sanare in alcun modo sanato la situazione. L'associazione non esclude nemmeno che nel sottosuolo ci siano ulteriori serbatoi-cavità abbandonati e non ancora bonificati.
«FAREMO LE BONIFICHE»
Il punto è dunque che se l'area diventasse, come negli auspici di Tazzer, adibita a verde pubblico, bisognerebbe accertarsi che ci siano le necessarie condizioni di salubrità. «Ma è esattamente quello che il Comune desidera fare - continua la Tazzer finalmente possiamo occuparci concretamente di quest'area. E non abbiamo certo intenzione di rifuggire dalle certificazioni e dalle bonifiche». L'altra emergenza riguarda lo stato di conservazione del Bastione e la tenuta dei perimetri. Il futuro museo delle Mura potrebbe nascere su fondamenta tutt'altro che stabili, Treviso Sotterranea ha infatti ribadito che anche gli attuali piazzali hanno subito diversi cedimenti. Sul tema è intervenuto il consigliere Maristella Caldato, che ha subito posto il tema se nel caso della ex Camuzzi si possa parlare di rinascita del Bastione o di speculazione edilizia. «Noto che c'è molta sensibilità sulla questione, anche da parte di alcuni componenti del consiglio comunale - conclude Tazzer - la cosa mi fa piacere. E allora mi sento di tranquillizzare tutti: questo assessorato procederà con scrupolo certosino. Quello che ci sta a cuore è rigenerare quel quadrante di centro storico. Credo proprio che il consigliere Caldato possa dormire sonni tranquilli».
Elena Filini
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