IL FENOMENO
TREVISO Dovrebbero essere utilizzate come strumenti di difesa personale.

Martedì 11 Dicembre 2018
IL FENOMENO
TREVISO Dovrebbero essere utilizzate come strumenti di difesa personale. Ma in ambienti chiusi come le discoteche rischiano di provocare situazioni di panico incontrollato tra la folla. I tragici effetti delle bombolette spray al peperoncino si sono visti lo scorso fine settimana alla Lanterna Azzurra di Corinaldo, in provincia di Ancona, dove sei persone, tra cui 5 adolescenti, hanno perso la vita mentre attendevano l'inizio del concerto del rapper Sfera Ebbasta: sono rimasti schiacciati nel tentativo di uscire dalla discoteca dopo che un 17enne, ora indagato assieme ai gestori e ai proprietari del locale, era salito sul cubo e aveva scaricato sul pubblico una bomboletta di spray urticante (ma gli inquirenti sospettano ce ne fosse più d'una). L'intento era quello di creare disordine e coprirsi la fuga, forse assieme ad altri complici, dopo aver messo a segno dei furti. «Ci sono state di sicuro delle mancanze nell'organizzazione - commenta l'episodio Renzo Venerandi, re della movida trevigiana e patron dell'Odissea di Spresiano e di Casa di Caccia a Monastier -, ma le bombolette con spray urticante sono un vero problema: portarle nei locali dovrebbe essere vietato per legge». E proprio di una richiesta formale al Ministero se ne parlerà oggi a Roma, dove si terrà una riunione del Silb, l'Associazione Italiana Locali da Ballo.
COME UN'ARMA
Negli due anni sono stati registrati oltre una ventina di allarmi in discoteca legati all'uso delle bombolette spray. Si sospetta addirittura che vengano utilizzate come diversivo dalle baby gang, come sarebbe il caso di Corinaldo. La Marca, per il momento, è rimasta incolume ma un episodio identico è successo lo scorso ottobre a Mantova, alla discoteca Mascara, gestita proprio dalla famiglia Venerandi. Sei ragazzi sono rimasti intossicati dallo spray urticante finito sulla pista. «È stato un episodio spiacevole - spiega Renzo Venerandi -, ma in due minuti erano tutti fuori e non è successo nulla. Il problema è che una volta c'era chi simulava risse o disordini per non pagare all'uscita. Oggi ci sono i ladruncoli che usano gli spray: il Ministero faccia qualcosa. I nostri locali sono predisposti per qualsiasi tipo di emergenza, vengono sottoposti a controlli costanti sui piani di sicurezza e su quelli di evacuazione. L'importante è utilizzare personale formato e non sforare sulla capienza, cosa che invece a quanto pare è accaduta nella discoteca di Ancona».
PERQUISIZIONI
Perquisire i clienti ovviamente non è possibile. Gli addetti alla sicurezza semplicemente non possono farlo. Ma all'Odissea, dopo il caso di Mantova, si sta sperimentando, con efficacia, la strada del controllo volontario. «Chiediamo ai clienti di aprire le borse per verificare cosa c'è all'interno - spiega Venerandi - e se vengono trovati oggetti pericolosi, ad esempio dei coltellini, ma anche le bombolette con lo spray urticante, le prendiamo in custodia e le riconsegniamo al termine della serata. Di certo così siamo sicuri che a nessuno venga in mente di utilizzarle in mezzo alla gente anche se non è che possiamo perquisire tutti dalla testa ai piedi».
L'INCONTRO
Per questo il tema bombolette spray verrà affrontato oggi a Roma durante l'incontro della Silb, al quale partecipano i principali rappresentanti dei locali da ballo italiani. «La mia è una semplice proposta - specifica Venerandi -, ma è ovvio che le bombolette, sulla cui utilità, specie per le donne, non viene messa in dubbio, nelle discoteche possono essere più pericolose di un coltello. E per questo dovrebbero essere vietate, almeno per eventi di un certo tipo: non è che uno va armato a divertirsi».
PREVENZIONE
«Per ogni evento, in base ai biglietti venduti o alle previsioni di affluenza, disponiamo dei servizi specifici utilizzando un numero adeguato di addetti alla sicurezza - conclude Venerandi -. Poi però c'è un problema di educazione, che riguarda troppi ragazzi che non sanno stare alle regole. Per questo servono norme più severe».
Alberto Beltrame
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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