Il difensore di Corrado ne ha chiesto la scarcerazione

Martedì 27 Giugno 2017
Tiziana Mesirca resta nel carcere di Verona. Il giudice per le indagini preliminari di Venezia ha infatti respinto la richiesta di arresti domiciliari per la nota tributarista trevigiana arrestata lo scorso 16 giugno insieme ad altre 15 persone con l'accusa di corruzione in relazione all'inchiesta condotta dalla Procura di Venezia che ha portato alla luce quella che secondo i magistrati lagunari era una vera e propria ragnatela di rapporti e relazioni strettissime tra professionisti, ufficiali della Guardia di finanza e funzionari dell'Agenzia delle Entrate che aggiustavano procedimenti e accertamenti tributari riguardanti aziende venete e friulane finite nel mirino del Fisco.
Il gip veneziano ha motivato la sua decisione sostenendo che dopo l'interrogatorio di garanzia a cui la Mesirca è stata sottoposta non appare cambiato il quadro probatorio e quindi la gravità delle contestazioni. Tesi opposta a quella dall'avvocato difensore Carlo Broli, secondo cui la ricostruzione della professionista 50enne fa emergere invece come i suoi rapporti con il tenente colonnello della Guardia di Finanza Vincenzo Corrado, l'altro trevigiano finito in manette e attualmente recluso nel penitenziario di Genova, fossero di natura meramente professionale perché le cifre che la Mesirca avrebbe versato o dovuto versare all'ufficiale delle Fiamme Gialle, di cui si parla in numerose intercettazioni telefoniche, non erano finalizzate alla corruzione ma a pagamenti di provvigioni a Corrado per la segnalazione di clienti.
L'avvocato della Mesirca ha già presentato istanza al Tribunale del Riesame, la cui decisione è attesa per il 4 luglio prossimo. Chiusa nella cella che condivide con altre detenute la commercialista sarebbe provata dalla condizione carceraria e quasi due settimane di regime penitenziario avrebbero iniziato a incidere e fiaccare il suo morale.
Nel frattempo Fabio Crea, avvocato difensore di Vincenzo Corrado, ha presentato istanza al Riesame per l'annullamento dell'ordinanza che ha disposto le misure cautelari in carcere per il finanziere. In sostanza Crea ha chiesto la scarcerazione del suo assistito dato che l'impianto probatorio non dimostrerebbe l'esistenza di attività corruttive da parte di Corrado, che invece la Procura di Venezia ritiene l'elemento chiave nel meccanismo che avrebbe operato per aggiustamenti al ribasso, anche di parecchi milioni di euro, degli importi previsti in numerosi verbali di adesione agli accertamenti tributari.

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