Il comandante della Polstrada: «Il nemico resta la velocità»

Martedì 14 Agosto 2018
LE STATISTICHE
TREVISO Anche in gran caldo di questi giorni ha contribuito negativamente al moltiplicarsi degli incidenti in moto. A dirlo, oltre alle statistiche, sono le notizie di cronaca. Si tratta di un fenomeno di stagione, per quanto brutto possa sembrare dirlo, tipico della primavera e soprattutto dell'estate, quando le giornate di bel tempo sono direttamente proporzionali al numero di incidenti.
IL BILANCIO
Il comandante della Polizia Stradale di Treviso Alessandro De Ruosi (nella foto) non si stanca di dirlo: «Attenzione che la differenza la fa quasi sempre la velocità a cui procede la moto: nel caso la moto vada piano, o l'incidente non ha luogo, oppure ha conseguenze contenute». Motociclisti, ciclisti, pedoni: i cosiddetti utenti deboli della strada, i più a rischio, i primi a rimetterci nel caso di incidente. Sulle due ruote, l'anno nero per la Marca è stato il 2015, con un triste primato italiano di decessi. Un'emergenza che si è riproposta in queste ultime settimane, coinvolgendo giovani e giovanissimi.
GIORNI COMPLICATI
E con il grande caldo che da metà luglio attanaglia il Nord Italia ad aggravare la situazione: «Come me, può dirlo qualsiasi motociclista continua il comandante della Polstrada . Il caldo rende più vulnerabile chi va in moto per due fattori. C'é chi tende a vestirsi di meno, rinunciando a parte delle protezioni ed esponendosi a gravi conseguenze nel caso di caduta. E poi chi invece continua a usare giubbotto e pantaloni adatti, ma sale in sella anche con le alte temperature, sottoponendosi a una condizione di disagio, con scarsa idratazione, che riduce lucidità e riflessi».
IN PARADOSSI
Capita così di vedere centauri in sella a potenti moto da strada con addosso i bermuda. O conducenti di scooter diretti al mare con le infradito già ai piedi. Scene che chiunque di noi, almeno una volta, si è ritrovato sotto gli occhi. Serve dunque, come sempre, buon senso. E massimo rispetto delle regole. Spesso e volentieri, a causare incidenti è anche la mancanza di visibilità di moto e conducente. «Non l'ho vista arrivare», capita spesso di sentir dire da chi si scontra con una motocicletta. «Solo di recente c'è la tendenza a usare colori più vistosi, utili a farsi vedere anche da lontano puntualizza in conclusione De Ruosi ma la vera discriminante rimane la velocità». Che la moto arrivi dalla direzione opposta o alle spalle, l'automobilista, alle prese magari con una manovra di svolta, deve avere il tempo di accorgersene, e dev'essere in grado di valutarne la distanza, cose difficili, a volte impossibili se si va troppo veloci o si sbuca senza rallentare da una curva. «Può sembrare una banalità, ma non lo è, e non ci stanchiamo mai di ripeterlo: il motociclista deve fare attenzione per sé e per gli altri, dev'essere consapevole che il primo a rimetterci, in caso di incidente, è proprio lui. Purtroppo non sempre è così».
Lina Paronetto
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