IL CASO
TREVISO «Sono assolutamente tranquillo, consapevole di essermi comportato

Venerdì 22 Marzo 2019
IL CASO TREVISO «Sono assolutamente tranquillo, consapevole di essermi comportato
IL CASO
TREVISO «Sono assolutamente tranquillo, consapevole di essermi comportato sempre con correttezza, nel rispetto della legge e in buona fede». È questo lo stringato commento dell'avvocato trevigiano Stefano Campoccia dopo che ieri il pubblico ministero di Venezia Laura Cameli, nell'ambito del processo per il crac della compagnia aerea Alpi Eagles, ha formulato nei suoi confronti la richiesta ad una condanna a 4 anni e sei mesi di reclusione per bancarotta impropria da falso in bilancio. Campoccia, titolare di uno dei più importanti studi legali della città, è finito alla sbarra insieme all'allora presidente e amministratore delegato della società, Paolo Sinigaglia, 69 anni, di Padova, e della sua compagna Agnese Donatella Sartore, 60 anni, oltre al consigliere di amministrazione e imprenditore calzaturiero padovano Pietro Luigi Pittarello, 70 anni proprietario dell'omonima catena di negozi di scarpe e a tre componenti del collegio sindacale: i commercialisti Renzo Menegazzi, di Venezia, Valerio Simonato, di San Donà e il ragioniere Raffaele Trolese di Piove di Sacco.
LE ACCUSE
Secondo le indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Venezia Campoccia, in quanto amministratore della società, avrebbe cagionato con dolo o per effetto di operazioni dolose il fallimento della società, dissimulando la situazione di dissesto nel bilancio in cui sarebbero state iscritte poste attive in modo non conforme alle norme previste dal codice civile, nonché realizzando operazioni inusuali e atipiche. Si sarebbe trattato di manovre di make up dei conti per coprire il passivo e che sarebbero state attuate tra il 2003 e il 2007. Il fallimento di Alpi Eagles arriverà nel 2011, quando la società è costretta a portare i libri in tribunale accusando un passivo di circa 60 milioni di euro. Ma quel punto Campoccia non fa già più parte del consiglio di amministrazione, da cui esce alla fine del 2006.
LA DIFESA
Per i legali di Stefano Campoccia, gli avvocati Andrea Franchin e Luca Ponti, «il ruolo del nostro assistito era quello dell'amministratore senza compiti operativi, peraltro in uno scenario societario molto particolare, in cui di fatto il Cda si trovava nelle condizioni di esaminare e valutare scelte che erano già state compiute dal presidente della compagnia. Ma ciò che è più importante sottolineare è che riteniamo sia giusto arrivare all'assoluzione di Campoccia perché i reati non ci sono. Lo diciamo sotto un profilo strettamente tecnico, oggettivo e non soggettivo». «L'accusa - proseguono i difensori - sostiene che le poste di bilancio attive derivassero da operazioni false. In realtà si tratta di introiti ampiamente giustificati, confutabili dalle carte della contabilità generale e assolutamente congrui. Tra il 2003 e il 2007 i conti di Alpi Eagles erano in ordine, il dissesto arriverà solo più tardi e per ragioni che non hanno nulla a che vedere con il comportamento del consiglio di amministrazione nel periodo in cui era in carica Campoccia». Per Sinigaglia il fallimento il fallimento di Alpi Eagles fu provocato non dalla cattiva gestione della società ma dal comportamento assunto dalla Save, la società di gestione dell'aeroporto Marco Polo di Venezia, la quale avrebbe imposto tariffe troppo alte alla compagnia aerea oltre che un canone d'affitto spropositato per l'utilizzo degli hangar adibiti alla manutenzione dei velivoli. Tanto che tre anni fa l'ex numero uno della compagnia aerea aveva presentato una denuncia.
Denis Barea
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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