IL CASO
TREVISO «La Procura svolgerà i suoi accertamenti per vedere

Martedì 19 Marzo 2019
IL CASO
TREVISO «La Procura svolgerà i suoi accertamenti per vedere se c'è stata qualche negligenza o se c'era qualcosa che si poteva fare diversamente». Antonio Giordano accoglie con compostezza, ma anche con la determinazione di chi vuole andare fino in fondo, la notizia dell'apertura di un'inchiesta e dell'iscrizione, nel registro degli indagati, di cinque tra medici e ostetriche del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale di Oderzo, dov'è morta la moglie, Francesca Schirinzi, 34 anni appena, poche ore dopo aver dato alla luce il suo secondo figlio. Concorso in omicidio colposo l'ipotesi di reato formulata dal pubblico ministero di Treviso Daniela Brunetti a carico delle ostetriche Laura Volpi e Mariarosaria Rescino, dei ginecologi Carlo Venerio Antonello e Fabio Montella e dell'anestesista Daniele Marazza.
LA DIFESA
«Professionisti validi, che hanno sempre fatto bene il loro lavoro», li definisce commentando così la notizia il direttore generale dell'Usl 2 Francesco Benazzi, manifestando vicinanza alla famiglia, ma anche a loro, per questo episodio triste. «Provate a immaginare quanto difficile dev'essere per chi fa questo lavoro con passione, trovarsi in una situazione del genere aggiunge Benazzi - quindi a loro va il massimo supporto mio e dell'azienda. Vogliamo chiarezza anche noi, vogliamo che il campo sia libero da responsabilità e contemporaneamente vogliamo fare chiarezza di fronte alla famiglia: siamo rimasti anche noi attoniti, ci affidiamo alla magistratura e speriamo vada tutto per il meglio». Il direttore generale dell'Usl 2 sottolinea infine come dal confronto con gli ispettori della Regione non siano emersi elementi significativi: «Attendiamo la relazione conclude ma a noi risulta che le procedure siano state rispettate».
I DUBBI
È quel che vuole appurare la famiglia di Francesca, già mamma di una bimba di tre anni e mezzo, al suo secondo parto naturale. Che secondo il marito Antonio avrebbe presentato più di un'anomalia: «Non sono un medico, non sono un esperto ripete di continuo ma ci sono dubbi a cui dare una risposta. Il bambino è nato con due giri di cordone intorno, uno al collo. Mi domando: dal tracciato si poteva intuire e optare per altre modalità? E poi Francesca, prima del parto, aveva delle perdite di sangue. Non sono un tecnico, non posso giudicare, ma mi chiedo: erano normali? Secondo me no». La nascita del piccolo, il medico che esce a verificare le condizioni del bambino, poi viene richiamato dalle ostetriche, la mamma è in arresto cardiaco: «Hanno iniziato il massaggio e la respirazione bocca a bocca riferisce Antonio - mi è sembrata una procedura fuori luogo: la capirei in mezzo alla strada, in emergenza, dopo un incidente. Ma lì, in ospedale, mi sono chiesto dove fosse il defibrillatore, sono rimasto turbato». Oggi pomeriggio alle 16 sul corpo della sfortunata estetista di Annone Veneto sarà eseguita l'autopsia, affidata agli specialisti Antonello Cirnelli, Massimiliano Delantone e Pantaleo Greco. Con loro ci saranno gli esperti nominati l'avvocato della famiglia Cosimo Miccoli: Mirella Libero, Marco Marti e Giampiero Giron. In sala, anche un familiare, lo zio di Antonio, medico. «Mi aspetto di capire cos'è successo spiega il marito di Francesca, rimasto solo con due bimbi in tenera età - e se magari si poteva intervenire diversamente. Perché non sono riusciti a stabilizzarla, a bloccare l'emorragia, asportare l'utero? Non parliamo di un'emorragia dopo un incidente, ma di un fatto accaduto dentro a un ospedale, che per una persona dovrebbe essere il posto più sicuro. Hanno indotto loro il parto, ti aspetti che abbiano la situazione sotto controllo». Terminati di accertamenti, già domani il papà, insieme ai due bimbi e ai familiari, partirà per la Puglia. Accompagneranno il feretro di Francesca, che raggiungerà il suo paese d'origine, Castrignano del Capo, in provincia di Lecce, dove probabilmente sabato sarà celebrato il funerale.
Lina Paronetto
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