Il caso diamanti: primo investitore rimborsato

Mercoledì 20 Giugno 2018
IN TRIBUNALE
TREVISO Un piccolo spiraglio per quelle decine di persone rimaste scottate da un investimento in diamanti rivelatosi, alla fine, una trappola. Il caso è scoppiato nel 2016 quando i primi investitori, seguendo il consiglio di alcuni istituti bancari che indicavano il diamante come un bene rifugio sicuro e redditizio, si ritrovarono invece tra le mani un bene prezioso, ma valutato fino a 4 volte in più il valore di mercato. Fioccarono denunce ed esposti e la vicenda finì sotto la lente d'ingrandimento dei media. Subito fu chiara una cosa: l'estrema difficoltà sia di procedere con le azioni giudiziarie, sia ottenere un rimborso dei soldi persi. A distanza di due anni però qualcosa sta cambiando.
LA SVOLTA
Per la prima una commerciante seguita dall'avvocato trevigiano Enrico Cavallin è riuscita a rientrare totalmente del proprio investimento. Aveva speso in diamanti 180mila euro fidandosi di un istituto bancario che l'aveva indirizzata verso la Idb di Milano, società specializzata nella commercializzazione dei preziosi. Ed è riuscita a riottenere tutto il patrimonio inIziale grazie a un laborioso accordo realizzato dal suo legale: la banca che le aveva consigliato l'investimento ha accettato di ricomprare, alla stessa cifra, i diamanti in cambio della rinuncia a ogni azione legale. E così la commerciante riavrà indietro l'intero capitale in due tranche.
Quell'investimento definito sicuro si è rivelato un clamoroso flop. Quei diamanti venivano valutato in un listino chiuso, impermeabile alle oscillazioni del mercato reale. Il bubbone è scoppiato quando qualcuno ha pensato di vendere i propri diamanti, scoprendo che valevano anche il 40-50% in meno di quanto avevano pagato. Per tanti risparmiatori, che avevano investito somme ingenti, si è trattato di un vero e proprio choc. Tra le tante soluzioni tentate per recuperare almeno l'investimento iniziale, quella che sembra funzionare è solo della trattativa bonaria con il proprio istituto di credito di riferimento. Nel caso seguito dall'avvocato Cavallin, e andato a buon termine, è stata fondamentale la volontà della banca di andare incontro alle esigenze di una sua cliente. L'istituto di credito si è anche offerto di custodire nei propri depositi di sicurezza i diamanti della donna. In altri casi questo lieto fine non c'è stato: gli investitori o si sono visti respingere ogni richiesta o hanno recuperato parte dell'investimento decidendo di proseguire con l'azione legale.
P. Cal.
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