«I progetti di Manildo? Da rivedere»

Martedì 19 Giugno 2018
«I progetti di Manildo? Da rivedere»
L'INTERVISTA
Sindaco Mario Conte, ci dica la verità: c'è stato un momento in cui, durante la campagna elettorale, ha detto non ce la faccio?
«È stata una partita difficile. Quando il partito ha detto che sarebbe toccata a me, i sondaggi mi davano 7-8 punti percentuali sotto al mio avversario. Però era consapevole che questa sarebbe stata l'opportunità della vita: a 38 anni un partito aveva puntato su di me per una sfida così importante».
Ci sono stati momenti difficili.
«Certo ma alla fine, il giorno delle elezioni, ero consapevole di aver dato tutto. Più di quello che avevo fatto non avrei potuto fare. Certo, poi la vittoria dipende da tanti fattori. Per esempio: non pensavo che il Movimento 5 Stelle sarebbe passato dal 21% delle politiche al 4%. Avesse preso l'8% molto probabilmente non avrei vinto al primo turno».
Il centrodestra ha cominciato a vincere quando Zaia ha portato a termine l'operazione Gentilini?
«Zaia è stato importantissimo, ha dato un marchio di qualità alla nostra coalizione. Con Gentilini sono stato bravo a mantenere la calma quando, ogni giorno, me ne diceva di tutti i colori. Ma bisognava capire il suo stato d'animo. Adesso il rapporto è ottimo e costruttivo».
Non sono rimaste scorie?
«Assolutamente no. Tutto passato. Guardiamo avanti».
Sta seguendo quanto accade nel centrosinistra? La rissa a distanza tra Manildo e Grigoletto?
«Mi dispiace anche se non giudico quanto accade in casa d'altri. Penso però che per il Pd sia arrivato il momento per un'analisi vera. Troppe volte hanno scaricato le loro responsabilità sugli elettori o sui dipendenti comunali. L sconfitta alle amministrative, per loro, è l'ennesima. Sarebbe il caso di fare autocritica. Questa volta erano anche troppo sicuri, avrebbero bisogno di un po' di umiltà».
Un giudizio sul suo predecessore.
Manildo non ha fatto così male, bisogna ammetterlo. Il suo punto debole è stata la squadra. E le elezioni lo hanno dimostrato: non è possibile vedere assessori che, dopo 5 anni, prendono solo 80-90 preferenze. Hanno deluso, non sono riusciti ad avere la fiducia della gente, soprattutto di chi vive in periferia».
I quartieri dimenticati è stato un suo cavallo di battaglia durante le elezioni.
«Nei quartieri l'amministrazione uscente è stata assente. Lo dimostrano i dati elettorali: in certe zone della periferia abbiamo preso il 60-70%. Magari non sono stati capiti, forse hanno comunicato male quanto hanno fatto».
Lei non condivide gli interventi fatti dalla giunta di centrosinistra.
«Sono state scelte politiche che rispetto ma non condivido. Hanno privilegiato le piazze del centro alle esigenze dei quartieri. Hanno dato l'idea di utilizzare due pesi e due misure: tanto per il centro, poco per i quartieri dove la gente non poteva usare il marciapiede perché dissestato».
Però non sono stati così immobili nei quartieri.
«Certo, si sono attivati negli ultimi mesi, dando però l'idea di farlo sono per questioni elettorali».
Lei lavorerà molto nelle periferie: non c'è il rischio di essere ricordato solo come il sindaco dei piccoli interventi?
«Ci saranno anche quelli, ma non solo quelli. Andrò in Regione per parlare di IV lotto, Terraglio Est, opere che porteremo avanti. E parleremo anche dell'aeroporto e della metropolitana di superficie che collegherà il Canova al centro».
Altra questione: la strada Ovest.
«Puntiamo a una riqualificazione. Non dovrà più essere una barriera per chi arriva in città».
Si parlava di trasformarla in un'arteria commerciale.
«Non penso. Per noi va preservato il commercio del centro storico. Pensiamo a un alleggerimento della tassazione e ad altre agevolazioni per chi apre un'attività».
Per cosa vuole essere ricordato?
«Come il sindaco che ha portato sicurezza e decoro, come ai tempi di Gentilini. Sono ambizioso: voglio far diventare Treviso la città più sicura d'Italia».
Le statistiche però dicono che i reati sono costantemente in calo.
«Non credo molto alle statistiche, mi interessa di più la percezione della gente. Mi preoccupa l'anziana che confessa di non uscire più di casa dopo le 17 perché non si sente sicura o la ragazza che per lo stesso motivo non va più a correre in Restera».
E come si risolve il problema?
«Alla sicurezza ci tengo e mi terrò la delega. Ho già dato comunicazione scritta al comandante della Polizia Locale dicendo che voglio più agenti per le strade dei quartieri e del centro e una stretta contro l'accattonaggio. Poi, certo, i problemi sono anche altri come il disagio giovanile, che affronteremo aprendo un colloquio con le famiglie».
Non le piace il piano degli Interventi.
«Il Piano degli Interventi ha bisogno di essere rivisto. Mi sono confrontato con gli ordini professionali e ci sono delle condizioni che non ci convincono. Troppi paletti e limitazioni ci espongono a una pioggia di ricorsi. Formerò una commissione interna per studiare le modifiche».
Non le piace nemmeno il piano per l'illuminazione pubblica.
«Non è che non mi piaccia, ma voglio approfondire. Parliamo di un intervento da 15-16 milioni di euro. Voglio esaminarlo attentamente dal punto di vista tecnico. E, nel caso non dovesse convincermi, sono pronto a rifarlo».
Non crede che tutte queste revisioni rischino di cerare uno stallo pericoloso?
«Ci sono delle cose che vanno avanti perché già approvate e finanziate, penso al bando per le periferie. Ma su altre è necessario intervenire».
Che ci dice della nuova giunta?
«La squadra ce l'ho in mente. Voglio persone competenti, pronte a mettersi a disposizione e a dare tutto».
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