«I negozi chiusi diventino garage»

Martedì 17 Aprile 2018
«I negozi chiusi diventino garage»
COMMERCIO
TREVISO Per rivitalizzare il centro storico di Treviso si sta facendo e si farà tutto il possibile. Sarebbe illusorio, però, pensare che in ogni via posa tornare lo sfavillio delle vetrine illuminate, complice anche il mutamento delle abitudini di consumo post crisi. E allora perchè non accettare che, in alcune aree, gli spazi abbandonino la loro vecchia vocazione commerciale, per riciclarsi in nuove funzioni?
CAMBIAMENTI
A fare professione di realismo è innanzitutto Paolo Camolei, assessore alle Attività produttive: «Bisogna tener presente che in tutti i centri moderni, le attività commerciali si posizionano su assi: ci sono delle vie in cui oggettivamente sarà più difficile riportare le aperture - sottolinea - nell'ambito di una rivisitazione totale del centro storico, in alcune vie ci potranno essere delle altre attività, penso ad esempio ai garage: qualche negozio chiuso potrà trasformarsi in un garage. Con un doppio vantaggio: non vedere più un buco vuoto e aiutare qualche famiglia in più a ritornare in centro». Perché uno degli altri temi cruciali è proprio favorire nuova residenza in un entro Mura da decenni sempre meno popolato. E la disponibilità di un box coperto dove parcheggiare la propria auto, può essere un incentivo non da poco.
COLLABORAZIONI
Dove, invece, le potenzialità commerciali rimangono alte Ca' Sugana prova a dispiegare la sua strategia, nuovamente sotto il cappello del progetto Urbecom. Anche in questo caso, però, l'assessore Paolo Camolei guarda a nuove modalità. Come il cosiddetto Town center management. Tradotto in soldoni, una collaborazione tra i tre principali soggetti in ballo: il Comune stesso, le attività commerciali indipendenti, ma anche le grandi catene presenti all'interno del centro. L'esponente della giunta Manildo, a mero titolo di esempio e premettendo che nessun contatto in questo senso è già in essere, cita gruppi come Ovs o Tezenis. Ciascun alleato, per la propria parte, potrebbe mettere risorse per una serie di progetti comuni: dalla promozione vera e propria con relativi eventi ai parcheggi gratuiti in determinate giornate, fino, perché no, ad un sito di commercio elettronico unificato per tutti gli operatori del centro cittadino. Il sistema assicura Camolei è già stato da tempo sperimentato in numerose città estere, con buoni risultati (anche dal punto di vista dei budget raccolti, assicura) E mettere le risorse a fattor comune - ribadisce l'assessore - può consentire di attuare progetti di portata ed efficacia ben maggiore che iniziative portate avanti dai singoli per proprio conto».
IL DISTRETTO
Favorire la coagulazione e il coordinamento delle diverse forze del cuore di Treviso verso l'obiettivo rilancio, del resto, è lo spirito ispiratore della nuova versione del progetto Urbecom. Il distretto del commercio cittadino aveva già vissuto una fase pilota nel 2015- 2016: nato grazie anche un bando nazionale, aveva potuto contare su investimenti per quasi un milione e trecentomila euro (compreso il contributo regionale di 386mila euro). Dopo una pausa l'anno scorso (in cui comunque, rimarcano da Ca' Sugana, le iniziative sono proseguite), ieri il nuovo accordo strutturale è stato firmato da 46 partner, quattordici in più degli aderenti originari. Tra loro, istituzioni come la Camera di commercio, organizzazioni imprenditoriali e di categoria, associazioni culturali e gruppi di cittadini delle varie zone. «Al mondo del commercio chiediamo di unirsi ad un tavolo che comprende 46 attori che possono dare un valore aggiunto per la rivitalizzazione, per il rafforzamento e per un'immagine sempre più viva del centro e dell'intera città di Treviso», ribadisce Camolei. I primi tavoli tematici (una decina quelli previsti), per discutere le linee d'azione concrete, dovrebbero partire già nelle prossime settimane e non fermarsi neppure con le elezioni amministrative di giugno.
Mattia Zanardo
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