IL REPORTAGE
TREVISO Boschi lineari e boschi verticali, quadri giardino in casa

Mercoledì 17 Ottobre 2018
IL REPORTAGE
TREVISO Boschi lineari e boschi verticali, quadri giardino in casa e negli interni, orti urbani e parchi di quartiere. Così la Treviso green rinasce dal cemento. Non solo archistar e creativi, ma privati cittadini e aziende sono stimolati alla piantumazione e al recupero di aree verdi. «Daremo un volto nuovo alla città- assicura Alessandro Manera, assessore all'ambiente - oltre al Bonus ministeriale, il Comune sta perfezionando l'adesione ad un protocollo nazionale che prevede una sorta di bollino di qualità per le aziende che creano aree verdi all'interno del territorio comunale. In questo modo stimoliamo la piantumazione, come già avvenuto nel caso di parco Uccio con il gruppo Alì e restituiamo polmoni verdi tra le costruzioni e il cemento. Ma non è l'unica novità». Ca' Sugana ha spostato lo sportello unico Suap (attività economiche) e Sue (attività edilizie) sotto la giurisdizione del settore ambiente. «Ciò significa che chi deve costruire un'abitazione o ristrutturale non inoltra prima il progetto e poi verifica la sostenibilità ambientale, ma deve certificare anzitutto quest'ultima. È la prima volta che il nostro Comune opera un cambio di questo genere - afferma Manera - il senso è quello di verificare in maniera capillare tutti gli interventi edilizi ma soprattutto di recuperare sempre maggiori aree verdi per il futuro».
LA FORESTAZIONE URBANA
Il green oggi è un concetto di attualità soprattutto in architettura. Ed è il mantra che sta alla base di Ca' delle Alzaie, la nuova creatura di Stefano Boeri pensata per Treviso. «Al posto di una fabbrica abbandonata, tre piccoli edifici sulla riva del fiume ospitano sulle loro facciate 120 alberi e 400 arbusti che da soli sono in grado di produrre più di 2,7 tonnellate di ossigeno all'anno - spiega l'archistar - una presenza discreta che ricompone il rapporto tra la città di Treviso, a due passi dalle antiche mura, e il fiume Sile». L'intero intervento realizzato dall'archistar per Cazzaro Costruzioni prevede il recupero di un'area di circa 10.700 mq un tempo a destinazione produttiva e attualmente in stato di degrado. Il progetto massimizza la superficie destinata a verde. I tre blocchi sono da una parte completamente immersi in un giardino privato e stabiliscono una relazione con il fiume tramite un percorso ciclo-pedonale pubblico. Gli edifici sono di sette piani. La vegetazione arbustiva e gli alberi presenti sulle facciate stabiliscono una relazione con il bosco sulla sponda opposta del Sile. A sud invece terrazze di tre metri intervallate da elementi verticali, che ospitano le alberature.
SULLA TREVISO OSTIGLIA
Dalla scorsa settimana è iniziata la piantumazione di circa un centinaio di carpini lungo il tratto dell'Ultimo Miglio che sta tra i due tunnel, il Po ed il Serenissima che passano rispettivamente sotto la tangenziale ed il viale. Nell' area Cerd- ex Dogana si sta completando il progetto di Gennaro Memmoli e Ubaldo Fanton che prevedeva il ripristino del bosco lineare, peculiarità della ciclopedonale e per questo detta pure strada del Respiro. Uno dei lati del tratto era già stato piantumato ad agosto con essenze a carattere arbustivo quali osmanthus, oleandri, piracanta. Ora il lato prospiciente l'ecocentro avrà un filare di un'ottantina di carpini. Il lavoro dovrebbe essere ultimato nella prossima settimana con la messa a dimora anche di una trentina di betulle.
TANGENZIALE
La Green wall in tangenziale è da un anno realtà. «Un passo è fatto. Finalmente siamo riusciti a piantare le edere per realizzare le green wall sui pannelli fonoisolanti della tangenziale di Treviso». Il progetto, nato dall'intuizione del collettivo Rocking Motion ha visto i tecnici dei vivai Van den Borre piantare le edere che, in un anno, hanno invaso tutte le barriere fonoassorbenti. «Il progetto Treviso Pm10 free è nato grazie all'accordo tra comune e Veneto Strade: la prima sperimentazione è partita dal Terraglio alla Porta della Pace».
ORTI URBANI
Insieme agli storici appezzamenti di Borgo Furo e via Boccaccio anche a San Pelajo gli orti urbani sono diventati realtà. Il 25 maggio 2017 gli spazi di via Gramsci sono stati assegnati dal Comune al circolo culturale ricreativo di San Pelajo. «L'intento degli orti condivisi- spiegano - oltre a contribuire al benessere ambientale promuovendo un utilizzo green di quest'area, è quello di dar vita ad un percorso che faccia da fulcro ad una comunità attiva che organizza incontri, collabora con le scuole e le associazioni di quartiere, fa volontariato sociale e educazione ambientale». Il Circolo ha creato un bando di assegnazione di questi primi quaranta orti. Tra questi, alcuni sono in gestione della Comunità di Sant'Egidio per il loro progetto di inclusione e aggregazione.
Elena Filini
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