Gobbo frena il ritorno di Gentilini «Non si riconosce in questa Lega»

Martedì 20 Marzo 2018
COMUNALI 2018
TREVISO «La prima cosa è rispettare la militanza». E i militanti hanno detto no a ogni tipo di accordo. Gian Paolo Gobbo, pur con la solita prudenza, parla chiaro. L'idea di recuperare Giancarlo Gentilini e parte del suo gruppo, non lo entusiasma. Anzi: anche se con grandi giri di parole, fa capire che è decisamente contrario. Nella sua visione di Lega non c'è spazio per i personalismi, il partito viene prima di tutto. Soprattutto in un caso come questo. E i militanti trevigiani, la scorsa settimana, hanno ribadito che il ritorno in pompa magna dei gentiliniani, Sceriffo compreso, non è ben visto. Gobbo la pensa allo stesso modo. Ma questo non ferma però la trattativa in corso: la discesa in campo del governatore Luca Zaia, con tutto il suo peso politico e il suo patrimonio di consenso, non può essere liquidata come se niente fosse. Per Zaia, Gentilini va invece recuperato. Impensabile andare separati contro Giovanni Manildo. Il governatore, in queste elezioni comunali, ci ha messo la faccia: ha concesso la lista con il suo simbolo e corre per vincere. E vuole che la Lega schieri quanto di meglio ha a disposizione. Ma su Gentilini la discussione è apertissima.
Gobbo, nella Lega non si fa altro che parlare della trattativa con Gentilini.
«In questo momento vedo un po' di confusione. Abbiamo di fronte situazioni particolari che vanno affrontate con la dovuta serietà».
Il problema è molto semplice: Gentilini sì o Gentilini no?
«La cosa più importante di tutte è rispettare la militanza. Bisogna ricordarsi sempre che se si è leader conclamati e seguiti è perché esiste un partito ed esistono dei militanti che lavorano».
E questi militanti hanno detto no a un accordo con Gentilini.
«L'ho sentito anche io. Ma le trattative non dipendono da me. Non sono coinvolto. I militanti però vengono prima di tutto».
Il presidente Zaia invece vuole recuperare Gentilini.
«Questa è la sensibilità del presidente e va rispettata. Come va rispettato quello che dice e vuole la base. È fondamentale però fare chiarezza, mettere fine a questa confusione che non fa bene a nessuno».
La Lega è partita con le idee chiare in fatto di alleanze e candidato sindaco. Ma adesso, in effetti, qualche punto interrogativo c'è.
«I cittadini mi chiedono cosa sta succedendo, se ci sono cambiamenti in tema di candidato o di accordi. Non capiscono. E bisogna rassicurarli».
E la situazione qual è?
«La Lega ha preso una posizione ben chiara già da alcuni mesi. Ha indicato come candidato sindaco Mario Conte, una cosa che non deve essere più messa in discussione. E adesso, secondo me, si deve andare avanti con quegli alleati che ci sono stati fin dall'inizio; con Forza Italia e con tutti quelli che hanno fin da subito appoggiato la nostra proposta».
E i gentiliniani, in questo schema, non trovano posto.
«Ripeto: bisogna rispettare i militanti. Un'indicazione chiara l'hanno data».
E l'indicazione è: no all'accordo.
«Così pare».
Ma lei, al di là di quello che hanno detto i militanti, è favorevole o contrario a un rientro di Gentilini nella Lega?
«Giancarlo, che conosco bene, ha ribadito anche recentemente che non si riconosce più in questa Lega. E allora, se la sua posizione è questa, direi che non ci sono altri discorsi da fare. Dobbiamo invece riflettere su quanto ha detto. Ma ribadisco: queste sono mie idee. Non sono io che decido e non sono io che porto avanti i confronti. Parlo solo da semplice militante».
Paolo Calia
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