Gentiliniani: «Non cambiamo idea, no a Conte candidato»

Martedì 13 Marzo 2018
LA TRATTATIVA
TREVISO «Anche se Coin e Candura verranno commissariati, per noi non cambierà nulla. Al loro posto verrà messo un altro che prenderà indicazioni dalle stesse persone che adesso guidano il partito». Lo schieramento dei Gentiliniani non si fa illusioni. Prima ancora di sapere che Gianantonio Da Re non ha nessuna intenzione di cambiare la guida del Carroccio prima delle elezioni - «Lo Statuto me lo consente», dice - già si sono messi il cuore in pace. I due che più di tutti sono entrati in rotta di collisione con Giancarlo Gentilini rimarranno al proprio posto, anche nella delicata fase delle trattative. Il Carroccio infatti vuole giocarsi le ultime carte per convincere lo Sceriffo a firmare una pace elettorale. Non lo farà però a ogni costo: ma con i suoi tempi. Da Re, prima di prendere in mano il caso Treviso come promesso, deve risolvere la questione dei commissari in quelle province dove il partito non va a elezioni e quindi può essere congelato subito. Dopo poi dovrà dedicarsi alla fine del tesseramento. A occhio per un paio di settimane avrà altro cui pensare.
IN ATTESA
E intanto i gentiliniani vanno per la loro strada, anche se non perdono di vista la Lega: «In politica mai dire mai - filosofeggia un fedelissimo dello Sceriffo - non diamo nulla per scontato. Adesso andiamo avanti come se niente fosse e quando la Lega si farà viva, valuteremo come muoverci». Un paio di paletti però rimangono insuperabili: nessuna trattativa verrà presa in considerazione se prima non si azzera tutto, candidatura di Mario Conte compresa. Questo non vuol dire chiusura totale verso l'attuale candidato leghista: «Ma devono convincerci - dicono i gentiliniani - bisogna andare al tavolo della trattativa senza posizioni pre costituite. Solo così si può ripartire». Già questa però sembra una condizione che al K3 faranno molta fatica a digerire. Poi la Lista Gentilini: per i gentiliniani è scontato che, se ci dovesse essere una pace, la Lista correrà accanto alla Lega. Per i leghisti è vero il contrario: pace vuol dire accogliere Gentilini nella lista della Lega e i suoi fedelissimi (non tutti) nelle altre della coalizione. Nessuno spazio per la Lista personale dello Sceriffo. Senza contare che, adesso, andare a parlare con Gentilini, significa parlare con tutta la coalizione. E anche qui il messaggio è molto chiaro: non basta più trattare con lo Sceriffo. E anche questo al K3 non piace.
P. Cal.
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