Furto in negozio poi la fuga lungo il Sile: due in manette

Giovedì 19 Aprile 2018
GLI ARRESTI
Dopo aver rubato un portafoglio ad una commessa ed una macchina fotografica di un suo collega, all'interno di un negozio di abbigliamento del centro storico di Treviso, sono stati scoperti dalle loro vittime e si sono dileguati. Gli agenti delle volanti della polizia, durante un inseguimento a dir poco rocambolesco, sono riusciti a catturarli: pur di non finire in manette si erano avventurati sugli argini del fiume Sile, nei pressi di via Tezzone, a pochi passi dalla sede della Canottieri Sile.
I FURTI
L'episodio è avvenuto nel pomeriggio di martedì, sotto lo sguardo incredulo dei passanti. A finire in manette un cittadino peruviano di 35 anni, residente a Treviso, e una 29enne peruviana, con domicilio a Milano ed irregolare. I due sudamericani, rinchiusi in carcere in attesa del processo per direttissima che si è celebrato nella mattinata di ieri presso il Tribunale di Treviso, hanno entrambi precedenti penali alle spalle: l'uomo per furti con destrezza, lei addirittura per rapina, reato per cui in passato venne arrestata e finì già dietro le sbarre. L'episodio che ha visto come protagonista la coppia di malviventi, probabilmente dei ladri in trasferta, è avvenuto alle 16.20 circa. Dopo essere entrati in un negozio di abbigliamento del centro storico, la donna ha distratto la commessa (con la scusa di vedere degli abiti), una 45enne trevigiana. Pochi minuti in cui il complice riesce a prendere, sotto il bancone, il portafoglio dalla borsa della donna, con all'interno ben 600 euro, e una macchina fotografica reflex (dal valore ingente), di proprietà di un collega che in quel momento non era nel negozio. Dopo il furto (la refurtiva sarà occultata nella borsa della peruviana) i due stranieri si allontanano, convinti di averla fatta franca.
LA SCOPERTA
La 45enne ha scoperto di essere stata derubata qualche minuto dopo: la donna, avvertito anche il proprietario della fotocamera, collega subito il furto alla strana visita dei sudamericani, mettendosi sulle loro tracce. La commessa ed il collega, dopo aver girovagato per qualche minuto nella zona, riescono a rintracciare i due, cercando inutilmente di farsi restituire il maltolto. I malviventi, di fronte a quelle richieste, fanno spallucce, aprono le giacche, mostrano le tasche vuote. «on c'ho nulla»: avrebbe detto il 35enne. La 45enne, spazientita e ormai convinta che i suoi sospetti siano più che fondati, decide così di avvertire il 113 e i sudamericani, sentendosi in trappola, fuggono a piedi, di corsa.
L'INSEGUIMENTO
Il loro destino però è ormai segnato. Sul posto infatti, nell'arco di pochi minuti, piombano a sirene spiegate due volanti della polizia. A bordo, a coordinare l'operazione di cattura dei ladri, c'è anche il dirigente Marco Masia. Gli agenti si mettono subito all'inseguimento dei ladri che scavalcano agilmente un muretto di recinzione e cercano di scappare lungo l'argine del Sile. I poliziotti, non senza difficoltà e superando a loro volta il cancello di una casa privata, sono riusciti nell'arco di pochi minuti a bloccare e ammanettare sia il 35enne che la 29enne. Entrambi sono stati portati in Questura per le formalità di rito. La donna, per evitare il carcere, ha inizialmente dichiarato ai poliziotti di essere incinta, una circostanza che ha subito insospettito gli agenti. Solo dopo gli appositi test medici, svolti presso l'ospedale Ca' Foncello di Treviso, è emerso che la 29enne non era in dolce attesa come inizialmente aveva dichiarato.
Nicola Cendron
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