Ex Camuzzi: non piace il progetto Setten

Venerdì 23 Marzo 2018
Ex Camuzzi: non piace il progetto Setten
IL RECUPERO
TREVISO Troppa attenzione al residenziale privato. E poche idee sulla riqualificazione dell'area pubblica che dovrà impreziosire ulteriormente il centro storico. Il progetto presentato in Comune relativo al nuovo assetto dell'area Ex Camuzzi, o per dirla più nobilmente, area del Bastione del Castello, è da ripensare. Per questo gli uffici di Ca' Sugana hanno chiesto al gruppo Setten una complessiva rielaborazione. Carenze sono emerse sia in fase istruttoria, sia nella filosofia di recupero delle aree comuni, spazi cui l'amministrazione tiene tantissimo.
TROPPE DIVERGENZE
La lettura degli incartamenti presentati dalla società che sta mettendo a punto la riqualificazione dell'area ha restituito la fotografia di un piano poco attento ai desiderata della giunta Manildo. Insomma, da un lato in quell'area esistono vincoli legati al piano regolatore che si intende vengano rispettati. Dall'altro l'assessorato ha spiegato chiaramente di immaginare un restauro conservativo del Bastione e ha formulato la richiesta di veder sorgere il museo della città murata. Nel piano degli interventi si parla addirittura di polo museale. Inoltre, non secondaria è l'attenzione posta alla parte ipogea secondo le indicazioni dell'associazione Treviso sotterranea. Per non parlare della bonifica dell'area, interessata per quasi un secolo dal deposito e dalla vendita di gas.
NIENTE SCONTI
Marina Tazzer, assessore all'urbanistica, aveva blindato il futuro dell'ex Camuzzi, proponendo sull'area un progetto compensativo destinato alla cittadinanza. Così, evidentemente non è stato se l'assessore ha deciso di rispedire il progetto al mittente. «È stato richiesto un ripensamento sul progetto -conferma- Il progetto privato dev'essere contemperato con la monumentalità, la storicità e la  valenza pubblica del sito». A suscitare l'impressione poco favorevole è stata l'attenzione ritenuta eccessiva al costruito privato, a discapito della compensazione, forse percepita come un innegabile ma gravoso dazio da pagare. Ma su un'area così importante del quadrante urbano, Ca' Sugana non è disposta a fare sconti.
AZIONE DI CONTROLLO
Il progetto, di per sè, non può essere bocciato se la parte istruttoria è formalmente corretta. Può però essere applicata un'azione di controllo molto più stringente. Sulla questione dei parcheggi interrati, ad esempio, il no era arrivato per direttissima. E sul recupero dell'area di destinazione pubblica, l'assessore Tazzer ha ripetuto -pur nel rispetto delle diverse competenze- cosa si aspetta l'amministrazione dai nuovi proprietari. «È stata ribadita la necessità di salvaguardia e valorizzazione delle Mura, garantendo la loro percorribilità e fruizione pubblica, la tutela e l'incremento del verde esistente -puntualizza- Altro elemento su cui desideriamo riportare l'attenzione è la creazione del museo delle Mura, anche con il recupero di manufatti di valore testimoniale esistenti. Non da ultimo, il Comune chiede una particolare attenzione all'inquinamento del sottosuolo, dovuto alla presenza, per 150 anni, dell'officina del gas». Proprio al centro dell'area, peraltro, si colloca un cisternone di grandi dimensioni che rappresenta forse il manufatto più interessante sotto il profilo dell'archeologia industriale. Lì, è stato ipotizzato, si potrebbe pensare a una piscina, oppure a un museo. Sul fronte edilizio invece pare assodato che dove si trovava la casa del custode, Setten costruirà appartamenti. Più interessante potrebbe essere la proposta nelle altre cubature: insieme alla destinazione direzionale, potrebbero sorgere, fronte stazione piccole strutture ricettive sul modello dei Condhotel, formula recentemente approvata anche in Italia, che consiste in piccoli appartamenti serviti da reception e servizio colazione/pasti.
Elena Filini
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