Ex Camuzzi, il bastione non regge muri instabili e terreno inquinato

Martedì 13 Febbraio 2018
LO STUDIO
TREVISO Strutture sotterranee pericolanti, parti portanti esterne bisognoso di intensi lavori di riqualificazione e il terreno sottostante pesantemente inquinato. Altro che polmone verde. Il Bastione Camuzzi è un buco nero e, per di più, in condizioni pessime. Pensare di trasformarlo in un parco cittadino, circondato da residenza e uffici, è al momento un'impresa ardita. La relazione presentata ieri a Ca' Sugana dall'associazione Treviso Sotterranea sullo stato dell'arte del bastione è impietosa. Un documento importante, perché arriva proprio quando si sta per chiudere la vendita dell'intera area, di proprietà della società Nove srl, ad Alcide Setten. E arriva proprio quando si parla di un progetto di riqualificazione pronto a portare nel cuore del centro storico residenza, uffici, un parco e un museo delle Mura valorizzando proprio i sotterranei. Ma prima di poter tagliare questo traguardo c'è moltissimo lavoro da fare. Le condizioni del bastione sono a dir poco disastrose. L'aver ospitato per gran parte del secolo scorso il gasometro cittadino ha lasciato segni inequivocabili.
TERRENO INTRISO
«Le strutture sotterranee rinascimentali - si legge nella relazione - sono state utilizzate impropriamente come vasche di stoccaggio di svariati inquinanti. Le pareti perimetrali di queste strutture, non idonee al contenimento di tali materiali, hanno permesso la percolazione degli inquinanti attraverso la muratura fino a raggiungere il canale sottostante della Polveriera. Risulta fortemente contaminato il terrapieno adiacente alle cavità, il terreno e le zone golenali». Negli anni 90 una bonifica venne fatta ma solo parzialmente, svuotando il contenuto dei cunicoli-vasca. Operazione che però non ha «in alcun modo sanato la situazione del terreno circostante, che attualmente si presenta ancora intriso di materiale nerastro fortemente maleodorante». L'associazione non esclude nemmeno che nel sottosuolo ci siano «ulteriori serbatoi-cavità abbandonati nel corso dell'attività del gasometro cittadino e non ancora bonificati».
STRUTTURE PERICOLANTI
Se possibile, sono ancora più gravi i problemi di statica dell'intero bastione. La relazione, che cita anche lo studio del 2004 effettuato dalla ditta Archeometra confermandone le conclusioni anche a distanza di anni e constatando in alcuni casi un peggioramento, parla di «sconnessione della muratura» e di uno stato di «grave dissesto che interessa non solo il parametro superficiale, ma strati profondi della muratura, nella quale sono state evidenziate sconnessioni significative». Nella parte est, dalle fondamenta al cordolo, sono state notate «lesioni ad arco di notevole ampiezza». Ma scorrendo le pagine si trovano passaggi allarmanti. Come questo: «Ad aggravare il quadro numerosi sfondamenti nei piazzali sovrastanti il bastione, dimostrano un progressivo e graduale cedimento di strutture sottostanti, rendendo l'area instabile dal punto di vista statico e non agibile per la pubblica sicurezza. Qualsiasi spostamento delle strutture sovrastanti il bastione, eseguito senza un preventivo studio analitico rigoroso, potrebbe causare irrimediabili danni alla struttura attualmente in equilibrio precario».
PROPOSTE
L'associazione quindi propone, per prima cosa, un'accurata indagine archeologica. Poi il consolidamento strutturale perimetrale del bastione da effettuare prima del restauro vero e proprio. È necessaria una bonifica del suolo «a maggior ragione se l'uso dell'area sarà destinata a parco pubblico». Senza questo intervento «l'area non garantirebbe le caratteristiche di salubrità necessarie per diventare uno spazio di pubblico utilizzo». Inoltre sarebbe altrettanto necessario il ripristino delle strutture sotterranee e della «piazza bassa in adiacenza alla rampa di accesso». Misure fondamentali per garantire la stabilità del terrapieno.
Paolo Calia
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