«Dirò tutto al giudice: mi dispiace per i miei genitori»

Sabato 21 Luglio 2018
IN MANETTE
TREVISO Daniele Martorana ha deciso che stamattina, durante l'udienza di convalida dell'arresto, parlerà. «Risponderò a tutte le domande del giudice» ha detto al suo legale, l'avvocato Benedetta Collerone. Al gip Gianluigi Zulian, davanti si siederà alle 9,30, dovrà confermare se è lui l'autore di quei roghi ai danni di altrettante automobili parcheggiate fra Via Pinelli, via Fratelli Bandiera e Via Cacciatori del Sile, avvenuti da maggio e fino all'altro giorno, quando sono scattate le manette.
IN CELLA
Dall'altro ieri la sua nuova casa è una cella del penitenziario di San Bona. Daniele ieri mattina ha letto i giornali. Quei titoli, la sua foto in evidenza, nome e cognome nero su bianco. «Sono sconvolto per i miei genitori» ha detto all'avvocato che lo ha visitato nella giornata di ieri. «Sono sconvolto per mia mamma e mio papà, so che per loro il fatto che io sia in carcere è devastante». Il papà Claudio, assicuratore, e la moglie che invece lavora come insegnante, reggono un peso inimmaginabile. Chiusi in casa come dentro ad un fortino delle emozioni, travolti dalla disperazione del figlio da tempo alle prese con problemi di natura personale e ora accusato di essere l'autore di quegli attacchi alle macchine ferme in sosta nella zona intorno alla palazzina dove vive la famiglia Martorana.
DISPERATI
«Non speculate sulla nostra sofferenza» dice la madre del 23enne raggiunta al telefono. «Io non ho niente da dire - aggiunge con la voce rotta dall'emozione - proprio nulla, lasciateci in pace, non cercateci più. Rispettate questa famiglia, noi abbiamo diritto ad essere rispettati». L'arresto del figlio è stato un colpo tremendo, , con quel ragazzo problematico che in questi anni mamma e papà hanno aiutato in tutti i modi possibili. Su Daniele per i roghi delle auto si erano rivolti i sospetti dei vicini quasi da subito: lui così strano nei modi, dall'abbigliamento insolito, che non lavorava e non studiava più. La famiglia è stata invece l'unica a non credere o a non voler credere, che il loro Daniele potesse essere il piromane. Oggi è però il giorno della verità. Provato per il regime carcerario e affranto per il dispiacere dato ai genitori, il 23enne ha deciso che al gip racconterà tutta la verità. Forse la svolta di una esistenza in un momento così buio della sua vita, da cui emergerà l'estremo bisogno di essere aiutato e non solo punito. (de.bar.)
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