Dal Zilio reagisce: «No ai ricatti»

Sabato 20 Maggio 2017
Dal Zilio reagisce: «No ai ricatti»
«È inutile che la società di gestione del Canova preveda interventi per riparare i danni alle case dovuti al passaggio degli aerei solo nel progetto per l'ampliamento dell'aeroporto. Questo, di fatto, è un ricatto bello e buono. Noi non l'accettiamo. Quinto non è in vendita. La società deve pagare oggi per i danni che sta già causando». Mauro Dal Zilio, sindaco di Quinto, è un fiume in piena. Leggere che Save-AerTre ha inserito nel piano di sviluppo del Canova circa 300mila euro per interventi di risanamento e prevenzione dei danni da vortex strike, i vortici d'aria causati dagli aerei che passano a bassissima quota sopra il centro di Quinto, gli ha lasciato l'amaro in bocca. «Sono lavori che dovrebbero già essere fatti rimarca il sindaco perché i problemi ci sono adesso. Non serve attendere di avere più voli, cosa che mi auguro non capiti mai. Se queste sono le modalità di dialogo, io resto sulle barricate». Per lui i movimenti non dovrebbero mai superare il limite massimo dei 16.300 all'anno. Stop. Altro che gli oltre 19.500 voli dell'anno scorso e i 22.499 previsti per il 2030. La questione dei risarcimenti è intricata. Poche settimane fa Guido Favaro, storico macellaio residente in via Contea, dopo otto anni di battaglia legale contro Ryanair si è visto riconoscere dal tribunale di Treviso un risarcimento di circa 25mila euro per le sue tegole volate via nell'agosto del 2009. È una sentenza storica che sta inducendo molti altri cittadini a valutare possibili cause contro le compagnie proprietarie degli aerei che provocano danni. «Se il Canova ha previsto degli interventi sulle abitazioni in caso di sviluppo dell'aeroporto, vuol dire che tocca a loro farli è il ragionamento fatto dai residenti sotto la rotta di atterraggio ma non quando passeranno più aerei. I problemi ci sono già». Da Save-AerTre, però, hanno sempre chiarito che sono responsabili solo di ciò che accade quando le ruote dei velivoli toccano la pista. «La rotta di atterraggio di fatto fa parte dell'aeroporto. Perché non si può arrivare in altro modo conclude Dal Zilio questo dimostra che il nostro territorio non è in grado di sopportare altri aggravi. Società di gestione del Canova, compagnie ed Enav devono predisporre, come succede in Inghilterra, una procedura per risarcire i danni che causano. Adesso. E soprattutto indipendentemente dai piani di sviluppo o meno dello scalo».

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