«Da park abusivo a prato così Fiera può rinascere»

Lunedì 21 Gennaio 2019
IL PROGETTO
TREVISO Da parcheggio abusivo a prato, tornando finalmente alla sua vocazione originaria. Questa è la visione che i membri dell'associazione Prato in Fiera hanno in mente, in barba alla ghiaia e alle auto che per quasi tutto l'anno infestano il grande spiazzo sulle sponde del Sile.
LA CONFERENZA
Giovedì sera, alla scuola primaria A. Volta, è stato presentato e dibattuto Il Prato e la Fiera, il libro scritto a quattro mani da Emilio Lippi, direttore Biblioteche e Musei di Treviso, e Carolina Pupo, impiegata che ogni mattina grazie al suo lavoro ha modo di osservare e studiare il grande prato, oramai davvero poco verde. Presenti all'affollata conferenza, oltre agli autori, anche il vicesindaco Andrea De Checchi, Dario Brollo, presidente dell'associazione organizzatrice, Corrado Carpentieri, presidente di Antiche Fiere di San Luca e Xiao Mei Hu, giovane graphic designer che ha da poco scoperto la realtà culturale di Fiera. «Dobbiamo far capire quanto sia ricco di tradizione questo luogo - afferma in apertura Brollo - basta parcheggio abusivo, deve tornare il verde. Deve tornare a essere un prato». E infatti è proprio quello che dovrebbe essere, nonostante spesso lo si consideri un mero spazio vuoto che una volta l'anno viene usato solamente per ospitare le amate Fiere. Il progetto di valorizzazione include un cartellone di eventi per far rinascere l'intera area: cinema all'aperto, rappresentazioni teatrali e persino una festa indetta per il 4 maggio, la quale aprirà la zona a bici, giostrine e cavalli.
LA STORIA
Giunti al cuore dell'incontro, Pupo e Lippi hanno snocciolato gli oltre 800 anni del prato e delle Fiere di S. Luca. In origine la zona non era così risicata, misurando circa 4 ettari, il doppio rispetto a oggi. La privatizzazione ha giocato un ruolo importante nel suo progressivo logoramento, culminando nel periodo a cavallo tra fine Ottocento e inizi Novecento, durante il quale l'edilizia circostante ha avuto un vero e proprio boom. Addio campi coltivati, in favore di una sacrificata nicchia verde che in origine si narra fosse addirittura prossima alle rive del fiume. Ai tempi del Medioevo l'area era sì adibita alla fiera, ma il tutto aveva un carattere prettamente più commerciale. Con il passare dei secoli si è progressivamente assopita questa connotazione più venale, arrivando fino al 1958, anno in cui il Comune tornò a essere proprietario del prato e decise di rilanciare l'evento con maggior veemenza nei confronti della sfera ludica. La Giunta, rappresentata dal vicesindaco De Checchi, si è dimostrata aperta al percorso di valorizzazione del terreno: «C'è volontà di riqualificare e di accompagnare al prato altri eventi oltre alla natura ludica delle fiere».
Tommaso Campion
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