Confessione choc: «Ho ucciso mio padre»

Martedì 14 Novembre 2017
Confessione choc: «Ho ucciso mio padre»
IL GIALLO
TREVISO Si è presentato in caserma e ha confessato un omicidio: «Mio padre non è morto di cause naturali, l'ho ucciso io». Una confessione del tutto inattesa quella resa sabato sera ai carabinieri di Bologna da un 43enne trevigiano, figlio di un uomo deceduto a settembre dello scorso anno a Oderzo. L'attendibilità di quanto raccontato dal reo confesso è ancora tutta da verificare ma, in base a quanto ha dichiarato finora e al fatto che in tasca aveva un biglietto aereo (con il quale avrebbe potuto facilmente espatriare), la Procura ha subito disposto il fermo.
IL DECESSO
Il padre del 43enne, stando a quanto emerso, morì nel settembre del 2016 a Oderzo in circostanze ritenute, all'epoca dei fatti, del tutto chiare. Non vi fu nemmeno l'intervento delle forze dell'ordine visto che gli accertamenti medici, ma su questo dovranno essere fatte ulteriori verifiche, definirono del tutto naturali le cause della morte. Nessun inchiesta, nessun mistero. Almeno fino a tre giorni fa.
LA CONFESSIONE
È sabato sera quando il 43enne varca i cancelli del comando dei carabinieri di Bologna Centro, in piazza dei Tribunali. Alla guardiola spiega che non deve presentare una semplice denuncia. Deve rendere noto un delitto di cui nessuno mai aveva sospettato prima. Un omicidio che senza la sua confessione non sarebbe mai venuto a galla. Sempre che di omicidio si possa davvero parlare. Che si stia inventando tutto? I militari dell'Arma lo lasciano parlare e, quello che dice, viene preso con la massima serietà. Non può che essere così d'altronde: «Ho ucciso mio padre, l'ho soffocato» spiega il 43enne mentre gli investigatori cercano pian piano di ricostruire tutta la vicenda. Eppure riscontri sulle carte, almeno in questa prima fase, da Bologna, non sembrano esserci: il padre dell'uomo che si è appena consegnato era deceduto un anno prima, questo si, ma nulla aveva mai fatto pensare a una morte violenta.
IL FERMO
Tra le stranezze, ciò che appare ancora più strano è il biglietto che il 43enne ha con sé. Un biglietto aereo per un paese estero. Voleva scappare? Ma da chi, visto che nessuno sapeva del presunto omicidio. Oppure lo aveva detto a qualcuno, e temeva di essere a breve denunciato? Sta di fatto che, preso dai rimorsi, il 43enne ha deciso di tirare dritto all'uscita dell'aeroporto Marconi e raggiungere la stazione dei carabinieri di Bologna che, hanno mantenuto il massimo riserbo sull'indagine. Il sostituto procuratore Antonella Scandellari ha chiesto la convalida del provvedimento di fermo e, dopo la decisione del giudice per le indagini preliminari, attesa nelle prossime ore, gli atti verranno trasmessi per competenza dalla Procura di Bologna a quella di Treviso. Toccherà dunque ai giudici trevigiani trovare riscontri alle affermazioni del 43enne e alla sua confessione. Oltre alla morte per soffocamento del padre per ora non sono emersi altri dettagli, anche perché prima di tutto gli investigatori vogliono chiarire l'attendibilità del racconto e capire perché l'uomo si sia costituito proprio a Bologna.
Alberto Beltrame
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci