TREVISO - (zan) I municipi trevigiani dispongono di poco più della metà del personale previsto e necessario. Il sotto organico sempre più aggravato da blocco del turn-over e vincoli di bilancio è grido di dolore costante di ogni sindaco ed assessore. Ora viene confermato anche dai numeri: secondo uno studio dell'Associazione dei Comuni della Marca, i dipendenti comunali in servizio in provincia risultano 3.608, mentre, in base agli stessi parametri ministeriali calibrati sulla popolazione residente, la forza lavoro dovrebbe ammontare a 6.149 unità. In questo particolare ambito, la Marca è messa addirittura peggio del resto del Veneto, per non parlare del resto d'Italia: tra Piave e Montello, infatti, solo al lavoro 3,85 addetti municipali ogni mille abitanti, rispetto ad una media regionale pari a 5,65 e di una nazionale di 6,89. Per sbloccare la situazione, Maria Rosa Barazza, presidente dell'associazione (in foto), chiede al Governo l'impegno a lavorare alla revisione della norma che prevede il taglio lineare sull'assunzione del personale senza tener conto della consistenza del personale in servizio. Tale norma, aggiunge Barazza, primo cittadino di Cappella Maggiore, penalizza i Comuni che hanno già poco personale, come appunto quelli trevigiani e che sono ormai in sofferenza anche per garantire i servizi essenziali come demografici, sociali, lavori pubblici e polizia locale.
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