Chiusa a chiave e picchiata ma la ragazza ritira l'accusa

Mercoledì 18 Luglio 2018
IN TRIBUNALE
TREVISO A casa sua erano arrivati i carabinieri dopo che era stato lo stesso 25enne a chiamarli mentre in macchina stava litigando con la fidanzata. Che i militari hanno poi trovato chiusa a chiave dentro a una stanza dell'appartamento del giovane, terrorizzata e in lacrime, rannicchiata in un angolo e con addosso i segni di sospetti maltrattamenti. «Mi ha picchiata - aveva detto la ragazza, italiana anche lei 25enne - lo ha sempre fatto da quando è iniziata la nostra storia. E mi ha chiuso qui dentro per non farmi tornare a casa». Per il ragazzo, che è originario del Burkina Faso erano scattate subito le manette con l'accusa di sequestro di persona e lesioni. Ma la 25enne non solo ha ritirato la denuncia ma in Tribunale ha ritrattato il racconto fatto ai carabinieri. Un dietrofront che deve essere stato decisivo per il giudice Francesco Sartorio, che ieri ha assolto l'uomo per non aver commesso il fatto.
IL FATTO
La vicenda si è svolta nell'ottobre del 2014 a Santa Maria della Rovere, poco lontano dalla palazzina dove il 25enne vive con i genitori. I due fidanzati stanno insieme da qualche tempo ma lei vuole lasciarlo. Discutono animatamente dentro l'auto di lui. «Se mi succede qualche cosa questa sera sappiate che è perché ho litigato con la mia ragazza», dice al telefono ai carabinieri. Una mossa che avrebbe convinto la giovane a farsi riaccompagnare a casa del compagno per tornare a parlare con modi più tranquilli. Secondo l'accusa, che aveva chiesto una condanna a 2 anni e 3 mesi di reclusione, lui l'avrebbe chiusa in una stanza dopo averla malmenata. Questo almeno è quello che aveva raccontato la ragazza, che però ha poi ritrattato tutto. Lui invece ha sempre sostenuto che era stata la fidanzata a chiedergli di chiudere la porta della stanza mentre lui usciva per comprarsi da mangiare, per fare in modo che i genitori del ragazzo non entrassero e non la vedessero in quello stato.
de.bar.
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