Caso Zanini: «Cambieremo quel testo»

Venerdì 15 Febbraio 2019
LA POLEMICA
TREVISO Il sindaco Mario Conte cerca di smorzare le polemiche nate dalle parole di Vittorio Zanini sull'aborto: «Non vogliamo offendere la sensibilità di nessuno. Non ritengo offensivo il discorso del consigliere Zanini, ma faremo un'accurata revisione delle premesse». Mozione alla mano, Mario Conte ieri ha cercato di ricucire lo strappo nato, a suo dire, «da un'interpretazione distorta delle parole di Zanini». Il sindaco ha comunque colto i malumori suscitati dallo scritto dell'ex assessore. E si dice disposto ad emendare frasi ritenute offensive: «Ci sarà un incontro all'interno della maggioranza in cui andremo a vedere frase per frase questa mozione - riprende - se c'è qualche frase che può aver urtato altre fasce di cittadini andremo, con serenità, a modificare, ma credo che nella sostanza la polemica sia strumentale. Non vogliamo accanirci nè con le coppie gay nè con posizioni antiabortiste. Vorremmo solo che le donne potessero sentirsi libere in ogni decisione».
AL CA' FONCELLO
Ed è quello che succede quando donne che vogliono abortire si presentano all'Usl 2. Giovani rimaste incinte senza volerlo, signore che non intendono avere un altro figlio e ragazze, spesso di origine straniera, ma non solo, che non saprebbero come mantenerlo. Alcune tornano anche più volte. È impossibile tratteggiare un profilo unico: ci sono tante e diverse storie di sofferenza tra le 330 donne che ogni anno si rivolgono al Ca' Foncello per interrompere volontariamente la gravidanza. Mediamente tra le 25 e le 30 al mese. In altre parole, quasi una al giorno. Comprese le donne che scelgono di non dare alla luce un bambino con disabilità. Davanti a diagnosi del genere, il 70% ricorre all'aborto.
IL FENOMENO
Nell'ospedale di Treviso l'obiezione di coscienza di alcuni medici non rappresenta un problema. Lo era fino a qualche tempo fa, quando l'Usl doveva ricorrere a specialisti esterni pagati a gettone. Adesso non è più così: «Il rispetto della legge deve essere garantito spiega Enrico Busato, direttore dell'unità di Ginecologia e ostetricia fermo restando che è la stessa legge a prevedere che venga offerto un aiuto alla donna che ha deciso di interrompere volontariamente la gravidanza». A tal proposito, il Ca' Foncello ha stretto collaborazioni con il Centro della famiglia e con il Centro aiuto alla vita, che attraverso le loro strutture possono offrire alle donne incinte aiuti economici, supporto psicologico, assistenza medica e legale e contatti con specialisti. «I volontari non entrano in ospedale chiarisce Busato alle donne che intendono abortire viene semplicemente detto che ci sono anche queste possibilità. Poi ognuna ha la massima liberà di scegliere. Ci mancherebbe».
GLI ALTRI DATI
La maggior parte delle interruzioni volontarie di gravidanza viene eseguita entro i tre mesi, come prevede la legge 194. Poi si contano in media tre - quattro aborti al mese oltre i 90 giorni, ma comunque entro i 180, per gravi motivi di salute, sui quali non incide l'obiezione di coscienza. Gli interventi di solito vengono concentrati in un giorno della settimana. Quale? Top secret. Il Ca' Foncello non lo rivela con il chiaro obiettivo di proteggere le donne già costrette a misurarsi con una scelta sempre complessa e difficile. E in questo modo si evita anche il rischio che debbano passare in mezzo ai gruppi antiabortisti legati ai movimenti per la vita che di tanto in tanto, solitamente di lunedì, si ritrovano all'ingresso dell'ospedale di Treviso per pregare con l'intento di rimediare proprio alle interruzioni di gravidanza.
Mauro Favaro
Elena Filini
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