Camera di commercio, a febbraio si decide sul trasloco

Domenica 20 Gennaio 2019
Camera di commercio, a febbraio si decide sul trasloco
IL CASO
TREVISO ]Mancano pochi giorni per definire il futuro della Camera di Commercio. Più che una frase, un refrain. Perché di fatto mancano pochi giorni da oltre un anno. Il trasferimento da piazza Borsa è un evento percepito come essenziale per definire gli equilibri economici futuri del centro. Se si sposterà la Camera di Commecio significherà l'uscita dalle Mura di dipendenti e servizi, oltre all'ipoteca su uno stabile da riqualificare completamente. Se la Camera resterà probabilmente resterà anche l'infopoint turistico e si aprirà una nuova stagione per la piazza e tutto l'indotto economico. Il busillis è sempre lo stesso. Il braccio di ferro tra Camera e Fondazione. Ca' Spineda non si sposta sul prezzo: per la nuova sede della Camera di Commercio di Treviso-Belluno, all'ex Appiani vuole 38 milioni di euro. Mentre la Camera di Commercio, per lasciare piazza Borsa e trasferirsi all'Appiani, non intende sborsare più di 20-25 milioni di euro. Un braccio di ferro che va avanti da anni, con tanto di causa legale.
TEMPI
Il presidente Pozza ammette che la conclusione della vicenda è vicina: «Entro la fine di febbraio dobbiamo decidere. Tempo massimo oltre il quale non si può andare». La situazione si è sbloccata dopo l'elezione dei nuovi vertici di Ca' Spineda: «Abbiamo dovuto attendere l'insediamento del nuovo Cdi di Fondazione Cassamarca. Ma dopo Natale abbiamo avuto già diversi incontri con il presidente Garofalo e i membri del consiglio. È una questione molto delicata, dal 2016 appena insediato io sto dialogando con Fondazione Cassamarca».
GLI SCENARI
Al momento dunque ogni scenario è definito possibile. Le opzioni principali sono due. La prima: il contenzioso si chiude con la decisione di non spostare la sede della Camera di Commercio da Piazza Borsa, ipotesi da sempre sul piatto. In questo caso Pozza sa già cosa fare: «Daremo il via subito al recupero del palazzo della Borsa. Abbiamo presentato al Comune un piano di riqualificazioni per cui una parte dello stabile dovrà essere occupato da strutture commerciali e una dagli uffici». In questo quadro, una delle prime mosse, sarebbe riaprire lo storico bar Borsa: «Questa è la nostra idea - conferma il presidente - siamo perfettamente consapevoli del fatto che il bar sia una struttura necessaria».
LA CESSIONE
Seconda ipotesi: la spunta Fondazione Cassamarca e viene confermato il trasloco alla cittadella delle Istituzioni all'Appiani: «In questo caso il Palazzo verrà messo in vendita», sentenzia Pozza. E sui possibili acquirenti non si sbilancia: «Al di là delle molte chiacchiere che si sentono, non ci sono al momento proposte concrete sullo stabile». Questo però aprirebbe però scenari di declino per l'intero quadrante: «Il rischio, inutile negarlo, esiste - ammette Pozza - ma potremo avere le idee più chiare tra un mese».
Elena Filini
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