Calmaggiore, non arrivano le barriere anti attentato

Mercoledì 22 Novembre 2017
IL CASO
TREVISO Non ci saranno per Natale e nemmeno per l'inizio dell'anno. Se tutto va bene se parlerà a primavera. Le fioriere anti-terrorismo all'imbocco del Calmaggiore sono diventato un vero e proprio giallo. Annunciate a settembre, richieste ufficialmente dal prefetto Laura Lega, non sono mai arrivate. E non arriveranno nemmeno a ridosso delle feste. Sulla carta avrebbero dovuto formare una barriera per bloccare eventuali furgoni, auto o mezzi di vario tipo intenzionati a scagliarsi contro la folla, come drammaticamente accaduto in diverse occasioni in Francia e Germania. In pratica ancora non ci sono.
LE MISURE
Il sindaco Giovanni Manildo e il vicesindaco Roberto Grigoletto hanno comunque accolto le richieste del prefetto. Le hanno messe in pratica praticamente ovunque, dal mercato con i new jersey al furgone dei vigili a difesa di ponte San Martino nei fine settimana, tranne che in Calmaggiore. «Abbiamo dovuto valutare varie ipotesi - spiega Grigoletto - trovare la barriera che meglio si sposi con il contesto del Calmaggiore. L'ideale sarebbero quelle a scomparsa. Ci siamo presi un po' di tempo per decidere anche perché con il cantiere davanti al Duomo nessun mezzo si può avvicinare». Il Natale però è alle porte e il cantiere, a fine novembre, verrà smantellato come promesso a residenti e commercianti. E la sicurezza tornerà a essere un problema. Il vicesindaco però assicura: «Nei giorni delle manifestazioni in centro vigileremo sul Calmaggiore. Potremmo mettere delle barriere temporanee, oppure useremo i vigili».
GLI ERRORI
Ma perché le fioriere in Calmaggiore non sono mai arrivate? Il motivo vero non lo ammette nessuno. Ma a Ca' Sugana sussurrano con grande insistenza che qualcuno abbia combinato un pasticcio. La pratica balla tra il settore Lavori Pubblici - che deve materialmente produrre ed eseguire il progetto - e la polizia locale. Il punto è che, in quattro mesi, nessuno ha predisposto un progetto vero. Anzi: inizialmente sarebbe stata presa in considerazione una barriera non adatta. E poi il costo: il capitolo di spesa è rimasto a lungo scoperto. E tutto questo ha prodotto ritardi su ritardi. E così le misure anti-terrorismo per il cuore del centro storico sono slittate al prossimo anno.
Paolo Calia
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