Calesso «Pd e Sinistra corrano uniti, così si vince»

Martedì 13 Marzo 2018
L'ANALISI
TREVISO Per Luigi Calesso, analizzando i voti, il centrosinistra a Treviso non può che andare unito se vuole riconfermare il sindaco Giovanni Manildo. Nell'altro schieramento Enrico Renosto, citando una ricerca del CISE-Centro Studi Elettorali della Luiss, indica nel Pd il partito delle classi agiate e quindi spinge il centrodestra a concentrarsi sulle periferie per raccogliere i voti necessari alla vittoria. Calesso è il primo a snocciolare numeri: «Il dato centrale è il voto alle Politiche 2013 al quarto polo (coalizione di Monti + Fare di Giannino) che alle Politiche hanno raccolto quasi il 20%: alle amministrative il 14% circa è andato a Zanetti e Mauro, il resto, secondo me, al centrosinistra attraverso le liste civiche centriste. Di quel quarto polo resta oggi solo la lista +Europa che i voti al centrosinistra li ha già portati. Il rischio è che chi ha votato centrodestra alle politiche 2018 difficilmente si sposti sul centrosinistra alle amministrative e che, quindi, Manildo abbia pochi voti di riserva. Come si è visto alle regionali del Lazio il centrosinistra che parte da Liberi e Uguali e arriva a PD e centristi vince (sia pure di misura) le elezioni aumentando i voti reali rispetto alle politiche. Penso che anche a Treviso questa sia l'ipotesi più utile sia al Pd che alla sinistra: divisi si perde, uniti si può vincere».
IL CENTRODESTRA
Renosto ribatte citando uno studio del CISE-Centro Studi Elettorali della Luiss in cui si dice che «Il Pd è l'unico partito per cui si registrano effetti significativi della classe sociale sul voto, ma nella direzione inattesa di un suo confinamento nelle classi sociali più alte e con un reddito più alto. In sostanza il Pd del 2018 sarebbe diventato il partito delle élite». E osserva: «Ecco perché dobbiamo impegnarci sopratutto nelle periferie, non votare Pd è una forma di autodifesa, è una nuova lotta di classe contro gli snob radical chic».
P. Cal.
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