Burci, divieto indelebile contro i nemici del parco

Lunedì 21 Agosto 2017
Ormai sembra una vera maledizione. Le passerelle dei Burci sono finite nuovamente nel mirino dei vandali. Nelle scorse settimane qualcuno si è divertito a togliere il segnale di divieto di accesso alle biciclette in corsa. A differenza delle altre volte, non sono stati levati i cartelli (sui quali ora ci sono indicazioni anche in inglese e in tedesco, oltre che in italiano). Dopotutto era impossibile, visto che il Parco del Sile li ha fatti saldare. Stavolta i teppisti hanno pazientemente scollato la striscia rossa sopra il disegno della bici. Così il segnale sembrava proprio indicare la possibilità di proseguire tranquillamente sulla ciclabile della Greenway. L'esatto contrario di ciò che in realtà si vorrebbe, ossia l'obbligo, per chi arriva in bicicletta, di scendere dalla bici e attraversare le passerelle a piedi.
«Adesso abbiamo fatto tracciare quella striscia rossa direttamente con la vernice annuncia Nicola Torresan, presidente del Parco in modo che nessuno possa più toglierla». Ormai si è all'esasperazione. A villa Letizia, sede dell'ente regionale, sono convinti che ci sia una persona che punta regolarmente a rovinare qualcosa lungo la passeggiata più amata dai trevigiani. Un nemico giurato dei Burci. Come se fosse una sfida. Una sfida che il Parco ha raccolto. Da qualche tempo, infatti, le passerelle sono sorvegliate notte e giorno da due foto-trappola, che scattano ogni volta che qualcosa si muove. Gli apparecchi sono arrivati a catturare oltre 2.500 immagini in un paio di settimane. Torresan le ha già passate al setaccio tutte. Tra queste, c'era anche una che ritraeva un gruppo di giovani intenti a inscenare una sorta di processione, con tanto di croce di legno, tra le 3 e le 4 di mattina. All'inizio si temeva potesse trattarsi di una messa nera o di qualcosa del genere. Alla fine pare si sia trattato più semplicemente di un addio al celibato. In tutto ciò, dei vandali nemmeno l'ombra.
Ma il presidente non demorde. I Burci sono sempre più osservati speciali. Chi ha cattive intenzioni è avvisato. La stessa cosa accade con le nasse, cioè le reti che vengono usate per catturare le tartarughe esotiche, specie considerata dannosa per l'ecosistema del Sile. I tecnici hanno più volte trovato le reti squarciate. «Non può essere un caso sottolinea Torresan perché la posizione delle nasse è ben indicata lungo la riva». E adesso verrà posizionata una foto-trappola anche in corrispondenza di ogni rete cattura tartarughe.

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