Blitz di Django, assalto al tendone della Lega

Sabato 21 Ottobre 2017
Blitz di Django, assalto al tendone della Lega
L'ASSALTO
TREVISO Giovedì sera l'arrivo di Matteo Salvini a Treviso per aprire in pompa magna la festa provinciale della Lega e venerdì nel primo pomeriggio il blitz del desalvinizzare la città. Il collettivo Django, che ha dichiarato una guerra senza quartiere al Carroccio e al suo leader, non ha perso tempo. Verso le 14 una ventina di attivisti, con addosso la ormai tradizionale tuta bianca, sono piombati sul piazzale del mercato ortofrutticolo armati di fumogeni, striscione anti-Salvini, abbondanti dosi di sale e volantini. Hanno circondato lo stand, chiuso, iniziando a strappare le bandiere del Carroccio e ad affiggere i volantini con la foto di Salvini barrata da una crocetta e lo slogan Treviso non ti vuole. Ma all'interno, sorpresi da tanta baraonda, c'erano il segretario provinciale Dimitri Coin e il responsabile organizzativo Roberto Loschi. Coin è subito uscito fronteggiando gli attivisti: sono stati minuti carichi di tensione ma non è accaduto nulla. Mentre quelli del collettivo attaccavano i volantini Coin, senza dire una parola, provvedeva a staccarli. Nel frattempo l'aria si riempiva di fumogeni colorati e di slogan anti Lega. Il tutto è durato una quindicina di minuti. Una volta tornata la calma, è esplosa l'ira di Coin.
IL RACCONTO
«Li ho fronteggiati senza dire una parola, hanno tentato di allontanarmi, di spruzzarmi addosso qualcosa. Ma non ho mai reagito. Manildo è una brava persona - attacca - ma fare il sindaco è un'altra cosa. Questi qui, quelli che assaltano la sede della Lega di Quinto e tentano di danneggiare lo stand di una sagra, sono quelli che lo hanno sostenuto e a cui lui ha trovato uno spazio che era dei cittadini. È una vergogna. Tutto questo è colpa sua, di Manildo, e anche del Prefetto che dopo l'aggressione di Quinto non ha fatto nulla, sembra che li protegga. Adesso si sta esagerando. Se non ci fossimo stati io e Loschi, cosa sarebbe successo? Magari sarebbe entrati danneggiando l'interno. É stata data troppa corda a questa gente: Manildo dovrebbe dimettersi».
Ma è stata tutta la Lega a insorgere. Il sindaco di Villorba Marco Serena sbotta: «Sono cose che danno molto fastidio. È una manifestazione voluta da tanta gente e tenuta in piedi dagli sforzi dei volontari. Atti del genere sono vergognosi. È questa la Treviso che vogliamo?.
IL GOVERNATORE
Anche il governatore Luca Zaia, ospite della serata di ieri, è stato particolarmente duro: «In un Paese civile - ha sottolineato il governatore - gesti come questi non dovrebbero accadere. Non ci sono giustificazioni ed è giusto e corretto che, oltre a perseguire i responsabili, ci sia una condanna unanime da parte di tutti. Spiace vedere che a Treviso questi fatti, che fino qualche anno fa non erano di casa, oggi rischiano di diventare ordinarietà. Non è così che si dialoga in democrazia ». E Salvini in persona avverte che «Il prossimo anno, quando manderemo a casa la sinistra, metteremo i sigilli al Django».
In serata, per manifestare la propria solidarietà, e incurante degli attacchi subiti, il sindaco Giovanni Manildo e il vice Roberto Grigoletto sono andati sotto il tendone a incontrare Coin.
Paolo Calia

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