Blitz all'ex Serena, droga nell'aiuola

Venerdì 20 Luglio 2018
Blitz all'ex Serena, droga nell'aiuola
IL BLITZ
TREVISO «È stata una bella azione». Il sindaco Mario Conte gongola. È ancora davanti all'ex caserma Serena che osserva gli agenti della polizia locale ultimare i rilievi. Da qualche minuto si è concluso il blitz voluto per contrastare lo spaccio di sostanze stupefacenti. Conte ha spedito i vigili con i cani antidroga a controllare tutti quelli che entravano e uscivano dall'ex struttura militare trasformata in uno dei maggiori centri d'accoglienza per richiedenti asilo del Veneto. Tutto è cominciato poco dopo le 15 all'arrivo di una pattuglia e del mezzo dell'unità cinofila. Gli agenti hanno dovuto lottare contro il tempo. Piazzate attorno all'ex caserma c'erano delle e vere proprie sentinelle, ragazzi muniti di telefonino pronti ad allertare chi di dovere al primo segnale di pericolo: «E infatti, pochi minuti dopo il nostro arrivo - spiega Conte - nessuno è più entrato e uscito dall'ex caserma. Ma mi dispiace per loro e per i loro traffici - annuncia sarcastico - continueremo a fare controlli e saranno sempre più meticolosi e frequenti».
IL NASCONDIGLIO
Gli agenti hanno fermato e perquisito una sessantina di richiedenti asilo. Nessuno aveva dosi addosso, ma per terra e soprattutto sotto la grande aiuola che troneggia nella rotonda davanti all'ingresso, è stato trovato un po' di tutto. L'allarme lanciato dalle sentinelle, in poche parole, è servito perché chi avesse qualche sostanza stupefacente in tasca riuscisse a liberarsene. Alla fine sono stati sequestrati 300 grammi di marijuana, trovate essenzialmente tra i rami e ai piedi del cespuglio. Che adesso è diventato il prossimo obiettivo. Il sindaco ha infatti deciso che va abbattuto, eliminato: «È un ricettacolo di degrado - esclama - là sotto abbiamo trovato di tutto. C'erano dosi di droga, rifiuti e anche giacigli per passarci la notte. Tutto questo non è accettabile». Dopo le fioriere di porta Altinia, insomma, tocca all'aiuola dell'ex Serena, altro deposito di sostanze stupefacenti destinato a sparire. L'operazione della polizia locale è stata veloce e meticolosa. Gli agenti hanno perquisito i ragazzi in entrata e in uscita, fino a quando c'è stato movimento, senza però che la tensione salisse. Non ci sono stati infatti momenti di particolare difficoltà: tutto si è svolto all'insegna della massima calma. Nessuno ha poi tentato di sottrarsi ai controlli e nessuno è stato quindi fermato. Le dosi di droga sono state però trovate e la zona ripulita. Alla fine il sindaco, soddisfatto, annuncia altre azioni del genere. Ormai ha messo l'ex Serena nel mirino: «In questa zona lo spaccio, avviene a massimo dieci metri dalle case dei residenti. Alla luce del sole. Assieme alle forze dell'ordine continueremo a non dare respiro a chi intende delinquere».
IL PRECEDENTE
Il centro d'accoglienza è finito per la seconda volta sotto i riflettori. Nonostante l'alta qualità dei servizi forniti ai richiedenti asilo, e certificati da varie attestazioni della Prefettura e del Ministero, deve fare i conti con delinquenti che sfuggono a ogni controllo. Poco più di una settimana fa il nome dell'ex caserma è finito nell'inchiesta della Dda di Venzia contro lo spaccio dell'eroina gialla che sta invadendo il mercato mestrino. Nel dicembre scorso, secondo quanto riportato dagli atti dell'inchiesta, un nigeriano richiedente asilo ospite della struttura avrebbe nascosto in più di un'occasione dosi di droga pronte per essere vendute. In alcune intercettazioni il nigeriano ha dato indicazioni ai corrieri che portavano la droga, cocaina o eroina purissima, in Italia. E che lui, in seguito, avrebbe provveduto a portare nei luoghi dello spaccio. Ai corrieri dava indicazioni precise dove depositare la roba: «Vicino alla fermata, davanti al centro accoglienza, lascia tutto nella vasca dei fiori». Oppure: «Mettila dietro il muro, poi trovo il modo di nasconderla dentro». L'operazione di ieri non ha scoperto traffici di questo tipo, ma è stata un chiaro segnale lanciato dall'amministrazione.
Paolo Calia
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