TREVISO - (de.bar) Centinaia e centinaia, se non migliaia. Secondo gli avvocati che rappresentano gli ex azionisti di Veneto Banca, infatti, quelli che hanno cercato di vendere i titoli dell'istituto di credito montebellunese e che hanno invece visto disattesi i loro ordini di cessione sono un esercito. Lo conferma anche l'avvocato Andrea Arman, presidente del Coordinamento associazioni banche popolari venete Don Enrico Torta. «Le tecniche usate erano svariate spiega soprattutto si cercava di dissuadere gli azionisti che volevano vendere spiegando che le fluttuazioni del valore erano normali ma che la banca era solida, che l'investimento era sicuro e redditizio. E a chi aveva bisogno di liquidità, pur di non far cedere i titoli, si proponevano prestiti a tassi di interesse prossimi allo zero. Oppure, molto più semplicemente, gli ordini di vendita venivano disattesi, le carte restano nelle filiali senza essere trasmesse alla sede centrale e con i clienti si trovava il modo di guadagnare tempo». «Siamo di fronte ad un caso di proporzioni colossali sentenzia Arman e si sono già perduti due anni. Dubito che un solo magistrato sia sufficiente, questa è una inchiesta che avrebbe bisogno di un vero e proprio pool. Ma non so se il sistema voglia fare chiarezza sulla vicenda Veneto Banca. Non lo so proprio».
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