Anziano cade e finisce al pronto soccorso: lite con l'Usl

Domenica 10 Dicembre 2017
L'INCIDENTE
TREVISO Brutta avventura per un anziano di 90 anni. Prima in una casa di riposo di Treviso e poi al pronto soccorso del Ca' Foncello. Alla fine di maggio l'uomo si è scontrato con un altro ospite della casa di riposo che camminava con l'ausilio di un deambulatore. E' caduto rovinosamente a terra battendo la schiena. Lo scontro è stato violento. L'anziano è rimasto steso, lamentando dolori lancinanti alla schiena. Non riusciva più a muoversi. Gli operatori della casa di riposo hanno immediatamente chiamato i soccorsi. Un'ambulanza ha trasferito d'urgenza il 90enne al pronto soccorso dell'ospedale di Treviso. Qui è stato sottoposto a una Tac e di seguito è stato visitato. Alla fine la diagnosi è stata meno pesante del previsto: trauma contusivo al bacino, più una serie di crolli vertebrali multipli dovuti all'età. Il medico ha firmato un'impegnativa per fargli fare una visita dal fisiatra. Precisamente per la definizione di un busto di sostegno. Sembrava che tutto si fosse concluso per il meglio. Ma non era così.
L'APPUNTAMENTO
E qui inizia la seconda disavventura. La nipote del 90enne, infatti, insospettita dal dolore lamentato dallo zio, ha scelto di non aspettare l'appuntamento in regime pubblico e ha prenotato per conto proprio una visita privata a pagamento. «Qui il fisiatria ha evidenziato una frattura vertebrale che l'ortopedico del pronto soccorso non aveva rilevato denuncia la nipote a detta dello stesso fisiatra, quindi, la visita è stata inutile. Era l'ortopedico che doveva definire il busto adeguato alla frattura». Insomma, il medico del pronto soccorso del Ca' Foncello non avrebbe fatto bene il suo lavoro scambiando la frattura dovuta allo scontro con l'altro anziano per dei crolli vertebrali dovuti semplicemente all'età. Ecco perché ora la donna ha chiesto all'Usl della Marca il rimborso del costo della visita dal fisiatra a pagamento, effettuata senza attendere quella prevista dall'impegnativa.
LA REPLICA
Ma l'azienda sanitaria proprio non ci sta. E respinge ogni accusa: «Il medico del pronto soccorso non ha sbagliato. Ha sottoposto l'anziano a una Tac, l'ha visitato e poi ha fatto un'impegnativa proprio per una visita dal fisiatra. Ha visto tutti quello che c'era da vedere mettono in chiaro dal Ca' Foncello è stata la famiglia che poi ha scelto di non aspettare l'appuntamento e di fare la visita in regime privato. Una scelta che noi rispettiamo, ovviamente. Ma a fronte di questa non è possibile chiedere alcun rimborso». Tradotto: il medico del pronto soccorso aveva chiesto proprio una visita dal fisiatra, non altro. Quindi non c'è stato alcun errore e le procedure per casi simili sono state rispettate appieno. Tra l'Usl e la famiglia c'è poi stato un fitto carteggio. Le posizioni, però, si sono cristallizzate. Secondo l'azienda sanitaria provinciale non c'è motivo di rispondere positivamente alla richiesta di rimborso. Per il Ca' Foncello il caso è chiuso. Ora resta da capire se la nipote si accontenterà del reclamo andato a vuoto o deciderà di far valere le proprie ragioni davanti a un tribunale.
M.F.
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