Allarme liste d'attesa Radiologia maglia nera

Martedì 22 Gennaio 2019
LA SOFFERENZA
TREVISO La carenza di medici colpisce soprattutto la Radiologia. E l'effetto per i pazienti è più che mai concreto: gli ospedali hanno ridotto le loro attività, con il conseguente allungamento delle liste d'attesa, in particolare per quanto riguarda gli esami che non rappresentano delle emergenze. Andrà avanti così almeno per altri due mesi. Oggi nel trevigiano mancano in tutto 17 radiologi. Tra febbraio e marzo si concluderà il concorso avviato per reclutare nuovi specialisti. Poi scatteranno le assunzioni. È la svolta che attende l'Usl della Marca. «Con pochi medici si allungano le liste d'attesa.
LA DIFFICOLTÀ
Inevitabile allarga le braccia il direttore generale, Francesco Benazzi ma dopo l'assunzione dei nuovi radiologi faremo partire un programma temporaneo di prestazioni aggiuntive proprio per andare a recuperare il tempo perduto». Da marzo, insomma, l'Usl chiamerà a raffica tutti i pazienti che sono rimasti in coda. Oggi quello delle risonanze magnetiche, delle Tac e delle ecografie è il settore che deve fare i conti con le difficoltà maggiori. La radiologia del Ca' Foncello, riferimento da oltre 160mila esami all'anno, sta tirando avanti con tre specialisti in meno rispetto al previsto. I 14 posti vuoti rimanenti sono distribuiti negli altri ospedali trevigiani. È proprio nei centri periferici che si paga il prezzo più elevato. La carenza di personale ha costretto le équipe ridotte all'osso a rallentare le attività. Di conseguenza le liste d'attesa continuano a ingrossarsi. Dovendo scegliere, si dà la precedenza agli esami urgenti e ad alta priorità, da fare rispettivamente entro 24 ore e 10 giorni.
I RALLENTAMENTI
Mentre gli accertamenti differiti (entro 30 giorni) e quelli programmati slittano. Questi ultimi dovrebbero essere eseguiti entro 60 o 90 giorni, a seconda delle indicazioni del medico. In alcuni casi, invece, i pazienti devono attendere anche parecchi mesi: «Garantiamo sempre le prestazioni urgenti e rispettiamo i tempi di quelle con attesa breve in oltre il 95% dei casi, come detta la Regione specifica Benazzi mentre sforiamo per quanto riguarda gli esami programmati». Attualmente i macchinari stanno girando a pieno regime. L'unità di Radiologia Diagnostica del Ca' Foncello, diretta da Giovanni Morana, può contare su due Tac e una risonanza magnetica che lavorano 12 ore al giorno, dalle 8 alle 20, per sei giorni a settimana. A breve dovrebbe arrivare una seconda risonanza. Ma pure la rincorsa tecnologica è costretta a rallentare davanti alla carenza di medici. Basta pensare che per ogni nuovo apparecchio servono almeno due radiologi in più.
LA SOLUZIONE
Per questo il concorso è atteso come manna dal cielo. Fino ad oggi hanno presentato richiesta 40 medici. L'esperienza, però, insegna che alla fine solo il 50% si presenta realmente alle selezioni. Si rischia di scendere a venti. Cioè poco più degli specialisti che servono agli ospedali trevigiani. E Benazzi ha ricordato più volte che nonostante la carenza di camici bianchi non intende limitarsi a prendere passivamente ciò che arriva, rischiando di incidere negativamente sulla qualità delle cure. C'è un altro problema. La mancanza di medici mette quei pochi che ci sono nelle condizioni di poter agilmente scegliere l'ospedale in cui andare a lavorare. Treviso è uno degli hub più importanti del Veneto. Non ha di questi problemi. Mentre gli ospedali della provincia pagano pure questo scotto. L'Usl lo sa bene.
LE SEDI PERIFERICHE
«Tanti non accettano sedi periferiche conferma il direttore generale in una prima battuta cercheremo di assumere i nuovi medici per sede. Se non basterà, faremo girare gli specialisti». Anche perché i limiti alle liste d'attesa imposti dalla Regione devono essere rispettati in ognuno dei tre distretti, non semplicemente a livello medio prendendo in considerazione l'intera provincia. Come se non bastasse, sta prendendo forma anche una nuova allerta che riguarda il pronto soccorso di Treviso. A febbraio se ne andranno cinque medici e bisogna correre ai ripari. La situazione rischia di diventare drammatica. «Stiamo lavorando con l'ufficio personale per trovare tutti gli specialisti necessari. Speriamo di riuscirci al meglio» conclude Benazzi.
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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