«Alcune girano vicino alla Serena»

Lunedì 17 Luglio 2017
«Alcune girano vicino alla Serena»
Cosa ci fa un gruppo di ragazze nigeriane, vestite in maniera fin troppo chiassosa e disinvolta vicino al cavalcavia della stazione? È una domanda che si pone il consigliere di minoranza Davide Acampora e che si pongono i residenti del quartiere. Negli ultimi tempi assistono quasi quotidianamente alla scena. E se ad oggi una risposta univoca non c'è, una cosa è certa: di fronte ad alcune situazioni promiscue legate al dispositivo dell'accoglienza e già denunciate in tutta la Marca, a cominciare da Lutrano di Fontanelle, anche questo assembramento non può che generare sospetti. Se infatti è notizia di pochi giorni fa il rimpatrio di alcune migranti sorprese ad adescare clienti, richieste di intervento sempre più pressanti delle strutture religiose che gestiscono l'accoglienza sono iniziate già dall'estate scorsa.
«Ci vivo accanto tutti i giorni - spiega un'operatrice - dagli abiti, dalle telefonate continue, dalle uscite improvvise capisco che ci troviamo di fronte a un grande problema». Oltre al sospetto, due richieste di aborto all'interno delle strutture negli ultimi mesi del 2016 avevano fatto il resto, creando un grave caso di coscienza all'interno delle strutture trevigiane. L'osservatorio nazionale registra come in tre anni gli sbarchi di donne nigeriane e minori non accompagnati siano aumentati del 300%. A Treviso le strutture che ospitano donne migranti hanno cominciato a dare l'allarme, chiedendo alla Prefettura di bloccare gli arrivi. «Non vogliono integrarsi - confida un'operatrice - buona parte delle ragazze nigeriane diserta i corsi di italiano e le attività collettive. Escono la mattina con trucco pesante e rientrano la sera. Cosa facciano non si sa».
Che sfruttamento e accoglienza possano andare a braccetto risulterebbe qualcosa più che un sospetto da alcuni dati del numero nazionale antitratta: solo da gennaio ad agosto 2016, al numero verde fossero arrivate 147 chiamate dal Veneto, di cui 10 dalla provincia di Treviso. «Il fenomeno non è sconosciuto a nessuno - conferma il responsabile della Caritas don Davide Schiavon - E bisogna guardarlo con occhi obiettivi». Dalla provincia alla città, Acampora, consigliere di Fratelli d'Italia, spiega come «molti cittadini segnalino movimenti sospetti di donne di colore di fronte alla caserma Serena». E si arriva alla foto del cavalcavia di ieri. «Nel vedere queste ragazze vestite succintamente, truccate - chiude - qualche sospetto mi è venuto. E non sarebbe così strano visto l'esperienza di Fontanelle».

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