Aggredito per non aver pagato i fornitori spacciatore 30enne scappa in Australia

Mercoledì 14 Novembre 2018
(de.bar) Da una parte i grossisti, tra cui un bellunese 30enne con precedenti per produzione e spaccio di droghe sintetiche e il complice di origine meridionali, dall'altra un trevigiano, anche lui 30enne, che spacciava al dettaglio droga che gli veniva consegnata in conto-vendita. In mezzo circa 20 mila euro di roba non pagata, uno sgarro costato caro al ragazzo che il 18 giugno del 2015 è stato sequestrato dal bellunese, chiuso dentro ad un camper e pestato selvaggiamente. Per questi fatti V.F, 30 anni di Rivamonte Agordino e il complice 35enne A.G. sono finiti a processo a Treviso accusati, a vario titolo, di estorsione, minaccia e lesioni aggravate. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, il giovane trevigiano, fuggito in Australia dopo la denuncia per paura di ritorsioni, sarebbe stato fatto oggetto, nei mesi precedenti alla violenta aggressione, di ripetute minacce. Intimidazioni rivolte a lui e anche ai genitori, che pare fossero all'oscuro del fatto che il figlio spacciasse. Il 30enne sapeva che il bellunese e il complice gli stavano alle calcagna. Poi, a giugno, non ancora saldato il debito, è scattata la trappola: il ragazzo viene attirato fuori casa, poi sarebbe stato braccato, prelevato, portato dentro al camper e gonfiato di botte, rimediando anche la frattura del naso. Ai genitori e alla Polizia racconta di essere stato rapinato ma la storia non convince gli investigatori. E le indagini approdano poi a scoprire la verità. A inchiodare il bellunese anche la cella telefonica agganciata la sera del 18 giugno 2015 nell'orario del pestaggio, che lo colloca esattamente nel luogo in cui sarebbero avvenuti i fatti.
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