Abusi a scuola: «Via i professori»

Sabato 20 Gennaio 2018
Abusi a scuola: «Via i professori»
L'INTERVISTA
TREVISO «I professori che vengono denunciati per molestie e abusi ai danni degli allievi, tanto più se le accuse vengono poi confermate da una condanna, non possono continuare a insegnare». Barbara Sardella, dirigente dell'ufficio scolastico di Treviso, lo pone come punto fermo. Il mondo della scuola della Marca in un periodo burrascoso. Nel giro di pochi giorni sono emersi due scandali a luci rosse, tra messaggini scabrosi e presunti abusi fisici. Il primo caso riguarda un ormai ex insegnante di italiano e storia 50enne del liceo Duca degli Abruzzi. A ottobre è stato denunciato per molestie da una sua studentessa. Accuse sostenute da sette deposizioni fornite da altrettante compagne. Ora è indagato per abusi su minore. Nel frattempo, poco prima di Natale, dopo un primo periodo di congedo iniziato a settembre, si è dimesso e ha lasciato la cattedra. E ieri è venuta alla luce un'altra vicenda simile. Stavolta nella bufera è finito un insegnante di musica 50enne che lavora da anni in una scuola media della città. Alla fine della scorsa estate tre ragazze, all'epoca minorenni, hanno sporto denuncia contro di lui per presunti approcci fisici risalenti a quasi dieci anni fa. E a settembre il docente è stato sospeso dal servizio. Dalla scuola si alza un muro di silenzio. «No comment», taglia corto il preside. Mentre le famiglie dei ragazzi sono spaesate. La scuola trevigiana è in subbuglio. E che il momento sia delicato lo ammette anche Barbara Sardella, dirigente dell'ufficio scolastico provinciale.
Come si comporta l'ufficio scolastico davanti a due prof accusati di molestie e abusi?
«Bisogna capire quello che è successo e cosa viene ricondotto ai docenti. Non entro nel merito di casi specifici. In generale dico che un docente che viene accusato di fatti del genere, soprattutto se le accuse vengono confermate, non può continuare a insegnare. Ci mancherebbe altro che gli affidassimo degli alunni. Ogni docente è responsabile della tutela dei ragazzi. I genitori devono essere tranquilli sapendo che i loro figli sono affidati ad adulti responsabili che svolgono anche il ruolo di educatori. È evidente che non possiamo consentire che una persona accusata, e magari anche condannata per fatti simili, possa continuare a svolgere il proprio ruolo».
Vale anche se ci sono solo delle denunce?
«Siamo tenuti per legge ad agire sulla base delle denunce. Procediamo sempre in presenza di consistenti violazioni del codice di comportamento. L'ufficio preposto apre un procedimento disciplinare. È prevista l'audizione della persona accusata. Sulla base delle risultanze, si può archiviare tutto o applicare una sanzione come la sospensione o il licenziamento. Se l'ufficio non è nelle condizioni di avere un minimo di certezza sui fatti contestati, il procedimento può essere sospeso in attesa della definizione del percorso in tribunale. Ma si i fatti risultano sufficientemente chiari, si procede con un provvedimento definitivo senza attendere la sentenza».
In questi casi la scuola può essere parte lesa?
«Si potrebbe parlare di danno d'immagine. È chiaro che certe accuse gettano delle ombre. Ma non è il caso si generalizzare. La maggior parte dei docenti è assolutamente irreprensibile».
Cosa si sente di dire ai genitori?
«La nostra attenzione e quella dei presidi è massima. Ma per quanto si vigili, certe cose, soprattutto se fatte con scaltrezza, possono sfuggire. Quello che posso assicurare è che nel momento in cui la scuola viene a conoscenza di qualche problema simile scatta immediatamente la segnalazione alla Procura. È importante che anche i genitori prestino attenzione. Ma mi sento di rassicurare tutti: la situazione nelle scuole della Marca è abbastanza tranquilla».
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci