A27 gratis, la lettera nascosta spiazza il Pd

Giovedì 22 Novembre 2018
A27 gratis, la lettera nascosta spiazza il Pd
LA POLEMICA
TREVISO Gli ex componenti della maggioranza di centrosinistra, ieri, sono caduti dalle nuvole: non sapevano della lettera con cui Società Autostrade, nell'ottobre 2017, spiegava perché liberalizzare anche solo il tratto di A/27 tra Treviso Nord e Treviso Sud è tremendamente complicato. Due i motivi: i tre milioni all'anno di mancati guadagni che qualcuno dovrebbe coprire e, non meno importante, il pericolo di creare un precedente dando la sponda ad altre richieste analoghe in altre parti d'Italia. Ma a rimanere più sorpresi di tutti, sono i sindaci, soprattutto targati Pd, da sempre in prima linea sul fronte della liberalizzazione.
LA SPIEGAZIONE
«Non mi piace che qualcuno parli di lettera dimenticata o, addirittura nascosta. È arrivata a ottobre 2107 e, considerata l'importanza del tema, abbiamo ritenuto di non utilizzarla per la campagna elettorale che avrebbe solo creato contrapposizioni inutili». Giovanni Manildo, ex sindaco di Treviso, spiega così perché quella lettera di Autostrade sia rimasta a lungo in un cassetto. «Io la ritengo una lettera positiva - continua - quando qualcuno mette un numero, significa che è disposto a trattare. Dopo averla ricevuta, assieme a Franco Rosi, siamo andati a Roma e questo disponibilità c'era». Manildo quindi invita a non mollare: «Quella lettera non deve diventare l'alibi per non fare più niente. Quei tre milioni sono un numero, non un prezzo. I nostri calcoli poi erano più bassi. La liberalizzazione si può fare in tanti modi e noi dovremmo rilanciare parlando di liberalizzare da Preganziol a Treviso Nord e contattando tutti i concessionari. L'ho detto anche a Mario Conte: Treviso deve diventare capofila in questa trattativa. Vediamo quanti comuni ci stanno, se cominciamo a essere una decina sarebbe importante».
SILEA
«Ero a conoscenza di quella lettera - conferma Rossella Cendron, Silea - me l'ha fatta leggere l'attuale sindaco di Treviso. Se le condizioni sono queste, noi sindaci ci siamo esposti per una posizione difficile da reggere. Lo abbiamo fatto, però, per avere una massa critica sul territorio. Ma avremmo dovuto sapere come stavano le cose». La Cendron però guarda avanti: «Adesso sappiamo che servono tre milioni all'anno? Perfetto. Passiamo oltre e vediamo cosa si può fare. Sono almeno trent'anni che si parla di liberalizzare la A/27, sono stanca delle parole. Vorrei iniziare a discutere su come togliere il traffico dal centro dei paesi. E per farlo è necessario creare un tavolo dove ci siano sindaci, Regione, magari Ministero e sicuramente il concessionario. Io poi sono pronta a ogni soluzione, si può anche pensare a una liberalizzazione modulare che preveda magari i soli residenti, oppure le categorie produttive, o a un numero di accessi gratuiti all'anno. Affrontiamo il problema. E anche in fretta visto che il tema viabilità prevede tante novità all'orizzonte, dal Terraglio Est, alla Pedemontana. È necessario una discussione complessiva. Io mi vedrò in forma ufficiale con il sindaco di Treviso, è inutile che i nostri comuni parlino di viabilità senza confrontarsi. Ma conto anche di avere un incontro con i vertici di Autostrade».
TREVISO
Mario Conte, sindaco di Treviso, spiega: «Ho trovato quella lettera di Autostrade e, sinceramente, mi dispiace che simili informazioni siano rimaste nel cassetto. Sapere che qualcuno aveva un preventivo in tasca ma ha lasciato che la collettività si illudesse di poter fare qualcosa di, invece, estremamente complicato, non mi pare il massimo dell'eleganza. Ribadisco la nostra posizione: la soluzione resta in Terraglio Est, la liberalizzazione della A/27 non è invece attuabile. Cercherò però un confronto con Autostrade per capire se, nonostante questi numeri, ci sia ancora uno spiraglio per trattare. Assieme ad Autostrade si possono anche trovare soluzioni e progettualità diverse, da discutere anche con altri sindaci. I tavoli tecnici vanno bene però con tutte le informazioni a disposizione, altrimenti si rischia di creare solamente grandi illusioni».
Paolo Calia
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