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ROVIGO Il Consorzio di sviluppo per il Polesine ha chiuso il bilancio 2016 con una perdita di esercizio di 58.902 euro. Il consuntivo è stato approvato nell'ultima assemblea dei soci, nella quale non è stato invece approvato, a ottobre inoltrato, il preventivo del 2017. A rendere più farraginoso il tutto, come ormai avviene da anni e anni, le polemiche politiche sul futuro dell'ente, fra chi vorrebbe uscire e chiudere tutto, chi vorrebbe solo un cambio alla presidenza e chi vorrebbe rilanciarlo allargando competenze e area di riferimento.
SCONTRI STORICI
Non certo una novità, visto che fin dal 1963, quando fu istituito, dopo che a guidare la Provincia, fino ad allora amministrata dalla Sinistra, arrivò la coalizione fra Dc, Psi e Psdi, è sempre stato un luogo di aspro confronto a livello politico. Le quote dell'ente, che ha un ruolo di coordinamento in alcuni bandi specifici, oltre a fare progettazione, sono possedute dalla Provincia per il 42%, da 48 dei 50 Comuni polesani, con percentuali variabili e Rovigo con l'11% a fare la parte del leone, e con un 3% della Camera di Commercio.
I COMPITI
Sul fatto che le sue modalità operative siano da rivedere, il primo a essere d'accordo è proprio il presidente Angelo Zanellato, la cui testa è stata chiesta, oltre che dal consigliere provinciale Michele Aretusini, anche dall'assessore rodigino Stefano Falconi- «Serve una trasformazione - spiega Zanellato - ma non c'è una linea condivisa. Abbiamo formulato una proposta ai sindaci che permetta un rilancio con un recupero di nuove azioni e risorse, ma servono tempo, competenze e una riorganizzazione. Gli ambiti di intervento, dal sociale alla programmazione territoriale, potrebbero essere allargati a territori come quelli che comporranno i prossimi collegi elettorali o che formano l'area di riferimento della nuova società dell'acqua. Al di là delle chiacchiere, sono i conti che danno forza al Consvipo: per fare un esempio, il Comune di Rovigo, a fronte di un investimento di 100mila euro fra quote associativa e contributiva, vede tornare indietro circa il triplo. La differenza, rispetto a chi fa progettazione privata, è che quando i risultati li ottiene un ente pubblico come il Consvipo, tutto è dato per scontato e quasi ci se ne dimentica».
I CONTI
Per quanto riguarda il bilancio in rosso, colmato grazie agli accantonamenti degli anni precedenti, Zanellato individua due cause: «Una sentenza del Tribunale che ci ha obbligato a ricomprare allo stesso prezzo un terreno venduto nel 2007, e un accantonamento prudenziale per la voce del trattamento retributivo dei dipendenti alla luce delle ultime variazioni normative». Il terreno è quello acquistato da Alchemia per 170mila euro, mentre per il personale l'accantonemanto è di circa 80mila euro.
Sugli attacchi ricevuti, taglia corto: «Il punto è accontentare gli amici e le mire personali di qualcuno. Sono sempre pronto a confrontarmi con tutti, ma bisogna giocare a carte scoperte e sapere di cosa si parla. Poi, ognuno fa la propria partita».
Francesco Campi
ROVIGO Il Consorzio di sviluppo per il Polesine ha chiuso il bilancio 2016 con una perdita di esercizio di 58.902 euro. Il consuntivo è stato approvato nell'ultima assemblea dei soci, nella quale non è stato invece approvato, a ottobre inoltrato, il preventivo del 2017. A rendere più farraginoso il tutto, come ormai avviene da anni e anni, le polemiche politiche sul futuro dell'ente, fra chi vorrebbe uscire e chiudere tutto, chi vorrebbe solo un cambio alla presidenza e chi vorrebbe rilanciarlo allargando competenze e area di riferimento.
SCONTRI STORICI
Non certo una novità, visto che fin dal 1963, quando fu istituito, dopo che a guidare la Provincia, fino ad allora amministrata dalla Sinistra, arrivò la coalizione fra Dc, Psi e Psdi, è sempre stato un luogo di aspro confronto a livello politico. Le quote dell'ente, che ha un ruolo di coordinamento in alcuni bandi specifici, oltre a fare progettazione, sono possedute dalla Provincia per il 42%, da 48 dei 50 Comuni polesani, con percentuali variabili e Rovigo con l'11% a fare la parte del leone, e con un 3% della Camera di Commercio.
I COMPITI
Sul fatto che le sue modalità operative siano da rivedere, il primo a essere d'accordo è proprio il presidente Angelo Zanellato, la cui testa è stata chiesta, oltre che dal consigliere provinciale Michele Aretusini, anche dall'assessore rodigino Stefano Falconi- «Serve una trasformazione - spiega Zanellato - ma non c'è una linea condivisa. Abbiamo formulato una proposta ai sindaci che permetta un rilancio con un recupero di nuove azioni e risorse, ma servono tempo, competenze e una riorganizzazione. Gli ambiti di intervento, dal sociale alla programmazione territoriale, potrebbero essere allargati a territori come quelli che comporranno i prossimi collegi elettorali o che formano l'area di riferimento della nuova società dell'acqua. Al di là delle chiacchiere, sono i conti che danno forza al Consvipo: per fare un esempio, il Comune di Rovigo, a fronte di un investimento di 100mila euro fra quote associativa e contributiva, vede tornare indietro circa il triplo. La differenza, rispetto a chi fa progettazione privata, è che quando i risultati li ottiene un ente pubblico come il Consvipo, tutto è dato per scontato e quasi ci se ne dimentica».
I CONTI
Per quanto riguarda il bilancio in rosso, colmato grazie agli accantonamenti degli anni precedenti, Zanellato individua due cause: «Una sentenza del Tribunale che ci ha obbligato a ricomprare allo stesso prezzo un terreno venduto nel 2007, e un accantonamento prudenziale per la voce del trattamento retributivo dei dipendenti alla luce delle ultime variazioni normative». Il terreno è quello acquistato da Alchemia per 170mila euro, mentre per il personale l'accantonemanto è di circa 80mila euro.
Sugli attacchi ricevuti, taglia corto: «Il punto è accontentare gli amici e le mire personali di qualcuno. Sono sempre pronto a confrontarmi con tutti, ma bisogna giocare a carte scoperte e sapere di cosa si parla. Poi, ognuno fa la propria partita».
Francesco Campi