Venetisti a processo per il Tanko

Sabato 19 Gennaio 2019
Venetisti a processo per il Tanko
INDIPENDENTISTI
ROVIGO Si è messo in marcia ieri il processo sul tanko, che vede 15 indipendentisti chiamati a rispondere dell'accusa di fabbricazione e detenzione di arma da guerra per aver cercato di trasformare una ruspa in una sorta di carro armato. Riproposizione, appunto, del fantomatico tanko con cui i serenissimi nel maggio del 1997 occuparono piazza San Marco, arroccandosi sul campanile salvo poi essere arrestati.
BLITZ DEI ROS
E arrestati erano stati, analogamente, 24 indipendentisti, nell'aprile del 2014, con un'operazione del Ros, che aveva portato anche al sequestro del tanko in costruzione in un capannone a Casale di Scodosia. Che lo scopo fosse analogo a quello dei primi serenissimi, lo conferma il fatto che uno dei protagonisti dell'operazione, è quello stesso Flavio Contin, di Casale di Scodosia, 76 anni, artigiano in pensione, già protagonista del blitz sul campanile del 97, a giudizio insieme al fratello gemello Severino, residente a Urbana. Gli altri imputati sono: Marco Ferro, 52 anni, di Lendinara, residente ad Arquà Polesine; Luigi Massimo Faccia, 64enne di Conselve; Sergio Bortotto, 57 anni, nato a Vicenza ma residente a Villorba, nel Trevigiano; Luca Vangelista, fabbro, nato a Rivoli ma residente a Verona, 55 anni; Tiziano Lanza, 57 anni, di Bovolone; Corrado Turco, 51enne veronese di Isola Rizza; Stefano Ferrari, 49 anni, nato a Bergamo ma residente a Sulzano, in provincia di Brescia; Andrea Meneghelli, 52 anni, nato a Isola della Scala ma residente a Bovolone; il 37enne moldavo Alexandru Budu, residente a Cremona; Pierluigi Bocconello, 70 anni, di Chivasso; Antonio Zago, 46 anni di Bovolone; Monica Emanuela Zago, 52 anni, di Isola della Scala, residente a di Bovolone. E' stata riunita la posizione di Michele Cattaneo, 39enne bresciano, tornitore di professione, mentre è stata stralciata, per motivi di salute, con rinvio a settembre, quella di Paolo Montanari, 80enne nato a Faenza e residente a Brescia.
RUSPA RICONVERTITA
Secondo l'accusa, sostenuta dal pm Sabrina Duò, gli imputati «fabbricavano e detenevano un veicolo terrestre di costruzione artigianale, derivante dalla riconversione di un bulldozer civile destinato alle demolizioni e al movimento terra, riconvertito ed evoluto in analogia alle soluzioni tecniche utilizzate nei veicoli militari, con protezioni corazzate e appositamente progettato per fornire protezione balistica e per essere equipaggiato con supporti per armi». Ma, soprattutto, una sorta di cannoncino con relative munizioni, due proiettili in ottone al piombo: «Manufatti che, anche se di natura artigianale si legge nel capo d'imputazione - presentano caratteristiche costruttive meccaniche di pregio e caratteristiche dimensionali riconducibili ad armi tipo guerra, purché opportunamente assemblati e caricati con munizionamento adeguato di fattura altrettanto artigianale».
Nell'udienza preliminare del 16 giugno scorso era caduta l'accusa di associazione sovversiva mossa a 45 indipendentisti, fra i quali l'ex sottosegretario agli Esteri nel primo Governo Berlusconi, Franco Rocchetta, Lucio Chiavegato, 53 anni, detto il comandante, di Bovolone, imprenditore nel settore dell'arredamento, già leader dei Forconi, Patrizia Badii, di Firenze ma veronese d'adozione e pasionaria del movimento indipendentista. Il procedimento si era inizialmente radicato a Brescia, addirittura con l'accusa di terrorismo, prima di essere inviato a Rovigo per competenza territoriale.
STATO FUORI DAL GIUDIZIO
Il processo, che ieri ha vissuto la sua prima udienza davanti al Collegio ha confermato che lo Stato italiano, citato come parte offesa, non si è costituito parte civile. E' stato poi deciso un calendario di udienze fino ad ottobre. La prossima sarà il 15 marzo.
Francesco Campi
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