Una rete di sicurezza e aiuto per le vittime di violenze

Venerdì 25 Maggio 2018
Una rete di sicurezza e aiuto per le vittime di violenze
ULSS 5
ROVIGO Offrire strumenti di primo intervento in caso di violenza, ma soprattutto rafforzare la collaborazione fra tutti i soggetti che formano la rete di sicurezza per aiutare, accogliere, tutelare e sostenere donne e bambini vittime di violenze e abusi. Una rete formata da forze dell'ordine, magistratura, centri antiviolenza, associazioni di volontariato, ma anche e in particolar modo, dagli operatori sanitari del 118, del pronto soccorso, specialisti, medici di medicina generale e pediatri di libera scelta.
IL PUNTO
Un convegno nell'aula magna della cittadella sociosanitaria, rivolto in prima battuta a pediatri e medici di famiglia, primi interlocutori e testimoni in caso di abusi e violenze, così come sottolineato anche dal titolo dell'incontro, Medici in prima linea, sono state affrontate queste delicate questioni. Il seminario, voluto e patrocinato da Lions, Ordine dei medici, Ulss 5 e associazione Ametiste, era incentrato, in particolare, sul supporto alle madri. Negli ultimi cinque anni il personale medico e infermieristico del pronto soccorso, come ha sottolineato il direttore Stefano Kusstatscher, è stato formato sugli approcci da tenere.
INTERVENTI
«L'obiettivo di questa formazione - ha rimarcato il direttore - è stato quello di fornire al personale una chiave di lettura su come interpretare eventuali ricerche di protezione da parte della vittima e su come instaurare un rapporto fiduciario con la stessa, al fine di garantirle la massima assistenza dal punto di vista sanitario e una adeguata protezione secondo quanto stabilito nel protocollo di intesa provinciale».
Antonio Bononi, presidente del Lions, ma medico a sua volta, ha sottolineato l'importanza di «sensibilizzare a cogliere segnali di allarme in tema di violenza di genere e sui minori, implementando la capacità di cogliere segnali di richiesta di aiuto da parte della vittima, instaurando un rapporto fiduciario e di comunicazione garantire assistenza sanitaria e adeguata protezione».
Il direttore generale dell'Ulss, invece, ha rimarcato come «la Regione promuove da tempo la creazione di reti territoriali realizzate dai soggetti pubblici e privati, per l'accoglienza delle donne vittime di violenza. Poi esiste la creazione di specifici accordi territoriali, utili a condividere i punti di accesso alla rete dei servizi e le modalità di raccordo operativo per prevenire e contrastare la violenza maschile e proteggere e sostenere le vittime».
Proprio in questi giorni il Comune che gestisce il Centro antiviolenza e la relativa Casa rifugio, sta predisponendo il bando per la nuova assegnazione del servizio che esattamente un anno fa ha vissuto un momento di interruzione. Per capire la dimensione del fenomeno, dal primo luglio 2016 al 31 ottobre 2017, il Centro antiviolenza ha accolto 59 donne.
Francesco Campi
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci