Un macchinista per due convogli: pendolari in rivolta

Martedì 20 Marzo 2018
Un macchinista per due convogli: pendolari in rivolta
TRASPORTI
ROVIGO Due treni in partenza, quello per Verona e quello per Chioggia, ma un solo macchinista a disposizione. Quando, ieri mattina, a Rovigo, Sistemi Territoriali si è trovata a dover coprire questa mancanza di personale, a restare a piedi, in attesa del bus sostitutivo, sono stati i pendolari polesani (e chioggiotti), nonostante che, in realtà, il treno senza conducente fosse quello per Verona.
Ma andiamo con ordine. Il treno auto-sostituito, come annunciato nei tabelloni luminosi della stazione, era quello con il numero 6439, in partenza da Rovigo alle 6.15 e che sarebbe ritornato nel capoluogo polesano dopo la partenza da Chioggia, prevista alle 7.35, con numero di convoglio 6440. Dunque un solo treno, dal punto di vista fisico, ma due corse, dal punto di vista del servizio. A Chioggia il bus è arrivato con 40 minuti di ritardo, alle 8.10, e quando i passeggeri in attesa hanno chiesto spiegazioni sulla soppressione del loro treno si sono sentiti rispondere che si trattava di un problema di «mancanza di personale», ovvero che mancava il conducente. Allora qualcuno ha cominciato a sondare la rete che si è, ormai, creata tra i pendolari delle varie linee (anche la Adria-Mestre e la Rovigo-Verona sono gestite da Sistemi territoriali e criticate dagli utenti per ritardi e disservizi) ed è venuto a sapere che il macchinista «mancante» era, in realtà, quello che avrebbe dovuto condurre un convoglio della Rovigo-Verona, e che era stato sostituito dal collega della Rovigo-Chioggia. In questo modo si era reso necessario provvedere alla sostituzione dei treni 6439 e 6440 con il bus, con il ritardo che, inevitabilmente, ciò ha comportato.
PENDOLARI IN RITARDO
Un ritardo pagato dai pendolari anche in termini di disagio fisico, visto che non tutte le stazioni della Chioggia-Rovigo sono dotate di sale d'attesa attrezzate. Insomma, gli utenti della Chioggia-Rovigo sarebbero stati discriminati rispetto a quelli della Rovigo-Verona che, pur nella analoga condizione di inadeguatezza del servizio, sembra godere di migliori attenzioni. Del resto non è questo l'unico esempio di discriminazione (o, almeno, ritenuta tale) per gli utenti delle tratte polesane. Venerdì scorso, infatti, il consigliere regionale leghista Marino Finozzi aveva annunciato con soddisfazione il «raddoppio della carrozza» nel collegamento ferroviario tra l'Alto Vicentino e Mestre, grazie all'interessamento dell'assessore Elisa De Berti (della Lega anche lei). Ma sui treni verso Chioggia e verso Mestre, oltre alle ricorrenti lamentele per i ritardi, anche le richieste di maggior comfort, almeno per i posti a sedere, attendono ancora di essere soddisfatte. La settimana scorsa, ad esempio, per effetto di una gita scolastica che aveva utilizzato la linea Adria-Mestre, gli utenti di ritorno da Venezia, si sono trovati a dover fare il viaggio in piedi.
Diego Degan
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