Un'amministrazione senza sostegni

Lunedì 18 Febbraio 2019
Un'amministrazione senza sostegni
PALAZZO NODARI
ROVIGO Impazza il Carnevale, il vento gioca con i coriandoli che ricoprono il liston e a Palazzo Nodari tutti indossano una maschera. Con lo scherzetto che resta dietro l'angolo. Oggi potrebbe esserci un nuovo passo di minuetto, con annunci e controannunci. Tutto però, al momento, è ancora fermo al 31 gennaio: la città è senza giunta, il sindaco Massimo Bergamin non è uscito dall'isolamento in cui è stato ricacciato dalla sua riottosa ex maggioranza e il fatidico numero di 17 consiglieri che potrebbe decidere di far cadere o far ripartire l'amministrazione, non salta fuori. Ognuno, nel gran ballo di Carnevale di Palazzo, interpreta il proprio ruolo.
IL CARROCCIO ARRANCA
La Lega, primo partito di maggioranza, è stretta fra due fuochi, quello dell'obbedienza al partito, che proibisce atti di dissidenza, e quello di una fronda al proprio sindaco, in unostallo alla messicana, la situazione cinematografica cara a Sergio Leone e ripresa a piene mani da Quentin Tarantino, nella quale tre o più persone si trovano a fronteggiarsi, ognuno puntando una pistola contro un altro avendone una puntata su di sé. Nei film, quando parte un colpo, generalmente produce un effetto cascata. A chi ipotizza che a togliere le castagne dal fuoco a Bergamin possa essere con un colpo di teatro il Capitano Matteo Salvini in persona, le voci nei corridoi leghisti, a Venezia come a Roma, riferiscono che al vicepremier del sindaco di Rovigo interessa meno di una fetta di pane e nutella: o se la cava da solo, o tanti saluti. Del resto sull'asse Roma-Venezia si sta consumando un aspro confronto sul tema dell'autonomia che anche in vista delle prossime Europee, è un problema di ben altro spessore. Restando a Palazzo Nodari, con la situazione che in città, alla fantomatica signora Maria appare di giorno in giorno più surreale e incomprensibile, se Forza Italia, che conta su tre consiglieri, ha scelto di seguire il gruppo leghista di otto, e Presenza cristiana, due consiglieri, è sempre cristianamente presente, la costola di Obiettivo Rovigo, il gruppo nato per sostenere la candidatura di Paolo Avezzù, si è ritorto contro lo stesso Avezzù. Il presidente del consiglio si è detto possibilista a una ricomposizione della crisi, mentre i consiglieri Luca Paron e Carmelo Sergi hanno ribadito la dura posizione espressa nel documento in cui hanno annunciato l'uscita dalla maggioranza.
MINORANZA STRAPPATA
Una situazione in cui l'opposizione dovrebbe sguazzare. Invece anche qui il gioco delle parti fa registrare una frammentazione che riduce tutto a una guerra per bande. Antonio Rossini e Matteo Masin non sono intenzionati a muoversi di un passo, a differenza degli indipendenti ex maggioranza Alberto Borella e Daniela Goldoni corsi dal notaio. Resta nell'ombra, dopo una pirotecnica uscita dalla Lega, Matteo Zanotto. I fuochi d'artificio sono nel Pd che impegnato in un improbabile congresso con passaggi degni di una riunione di condominio, non fa passare giorno senza regalare un valzer di accuse incrociate. Il vero nodo del contendere è la risposta alla domanda: se si dovesse andare al voto, chi è il candidato?. È per questo che volano coltellate amiche fra Giorgia Businaro e Nadia Romeo.
Con il Movimento 5 stelle vicino all'eclissi in città, l'ex pentastellato Vernelli sembra sempre più vicino alla prima, attaccando indirettamente la seconda, così come Silvia Menon, l'unica che non ha il problema ossessivo del trovare un accordo per un candidato a sindaco. Lei è pronta a correre nuovamente in solitaria, ricacciando tutte le avance ricevute. Tutto intorno, invece, è un contarsi e formulare ipotesi. Perché alla fine, il problema del dopo Bergamin è quello che condiziona la partita. A qualcuno fa paura, qualcuno sgomita per esser candidato. Il commissariamento potrebbe essere come una safety car che scende in pista per riportare l'ordine prima del via alla corsa. Sulle scadenza per l'eventuale voto in primavera ancora non c'è certezza, anche perché non è stata annunciata la data della tornata delle Amministrative e ilo 20 febbraio è stata un'errata interpretazione della Prefettura.
Francesco Campi
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci